Arriva anche in Italia Death in Sarajevo, l’ultimo film di Denis Tanović, già Orso d’Argento e premio speciale della giuria al 66° festival internazionale di Berlino. Girato all’interno dell’iconico Holiday Inn di Sarajevo e ambientato in occasione del centenario dell’assassinio di Francesco Ferdinando, il film è un’allegoria che si concentra su “le paure esistenziali, le ansie e i dilemmi morali che affliggono la moderna società europea.”
Tanović, già vincitore di un oscar nel 2002 con No Man’s Land, torna sul tema della guerra tramite questa co-produzione franco-bosniaca. Il grande attore francese Jacques (Jacques Weber) si chiude a provare il suo monologo nella suite all’Hotel Europe, che a trent’anni dall’inaugurazione olimpica e a venti dal conflitto bosniaco si sta preparando ad accogliere capi di governo e ministri europei per le commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale. Il momento non potrebbe essere dei peggiori: la gestione dell’hotel è in rosso, e i lavoratori senza stipendio da due mesi si preparano a scioperare. Il direttore Omer (Izudin Bajrović) è pronto a fare tutto il necessario perché l’accoglienza degli ospiti UE sia un successo – incluso affidarsi alla malavita che gestisce il club del sotterraneo per sabotare lo sciopero. La sua giovane vice Lamija (Snežana Vidović), prima lo copre ma poi ci ripensa quando è sua madre Hatidza (Faketa Salihbegović-Avdagić), che da trent’anni lavora nelle lavanderie, a ritrovarsi a capo della protesta. Nel frattempo, due maldestri špijuni tengono sotto controllo l’attore francese – per proteggerlo – mentre sul tetto dell’hotel la giornalista tv Vedrana (Vedrana Seksan) conduce un reportage sull’attentato di Sarajevo e la sua percezione attraverso la storia – inclusa un’intervista con Gavrilo Princip (Muhamed Hadžović), omonimo odierno dell'”eroe serbo” del 1914, con cui Vedrana si ritrova a scontrarsi (un po’ come Ciki e Nino in No Man’s Land) sulla guerra e chi l’ha iniziata. Finirà con un assassinio anche stavolta – ma oggi non è più il 1914, e non servirà a cambiare la storia.
Il piano originale di Tanović era quello di girare un documentario attorno al monologo Hotel Europe di Bernard-Henri Lévy, ma il film ha poi preso una piega differente, finendo per riportarne solo brevi frammenti. “Ho preso il testo [di Lévy] e ho costruito un telaio; la trama del film è tutto ciò che succede attorno [al monologo], nelle varie camere dell’albergo. Così ho iniziato a costruire una visione di Sarajevo e della Bosnia-Erzegovina oggi, le varie visioni dell’attentato, tutto per interrogarsi se Gavrilo Princip fosse un assassino o un eroe.” La scrittura della trama è andata di pari passo con la produzione del film: “dopo molti anni di esperienza di lavoro sul film, mi sono reso conto che è molto più naturale in primo luogo trovare gli attori, e poi dai loro personaggi costruire dialoghi.”
ll film deve molto anche alle atmosfere anni ’80 degli interni dell‘Holiday Inn in cui è girato – e di cui lo sciopero dei dipendenti ricorda le varie recenti vicissitudini. Le telecamere seguono Lamija – con il suo passo veloce e la statura diritta – attraverso i corridoi dell’albergo e i suoi vari piani, mentre cerca di tenere in piedi una baracca in via di sfaldamento. Le interviste sul tetto, intanto, fanno da “lezione di storia” per lo spettatore, demarcando le diverse visioni attraverso la serrata discussione tra Vedrana e Gavrilo, tra le inconciliabili letture della storia passata e recente che avvelenano il presente della Bosnia ed Erzegovina. E’ forse proprio il dialogo produttivo tra i due che mostra la strada per andare avanti, portando alla luce in campo aperto e affrontando anche aspramente le diverse e inconciliabili visioni della storia per comprendersi ed evitare la paralisi. Chi è per te Gavrilo Princip? Chi ucciderebbe Gavrilo Princip oggi? La domanda resta senza risposta. Ma, al confronto, il monologo compiaciuto dell’attore francese nella sua suite appare solo come uno sterile esercizio di retorica.
Death in Sarajevo di Danis Tanović (Smrt u Sarajevu, Bosnia e Erzegovina / Francia, 2016, 85’) è proiettato in prima italiana assoluta grazie a Lab80 per la rassegna Al cuore dei conflitti sabato 29 aprile, alle ore 21 all’Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo, e venerdì 5 maggio, ore 21 al Cinema Nuovo Eden, Brescia.