In Slovacchia, il 18 aprile migliaia di persone hanno sfilato per le strade di Bratislava in protesta contro la corruzione. L’obiettivo degli studenti, organizzatori della manifestazione, era quello di opporsi alla recente dichiarazione del primo ministro slovacco Robert Fico, secondo cui il paese ha speso energia sufficiente nella lotta alla corruzione ed è ora pronto a voltare pagina.
La corruzione in Slovacchia
Facendo eco alle affermazioni del premier, il ministro degli interni Robert Kaliňák ha aggiunto che non c’è corruzione ai vertici politici del paese. Ciononostante, le indagini in corso riguardanti il caso Bašternák e lo scandalo del Gorilla, lasciano pensare che la situazione sia ben diversa da com’è stata presentata. Solo un anno fa Kaliňák è stato indagato per avere accettato un pagamento sospetto di 260.000 euro da parte dell’uomo d’affari Ladislav Bašternák. Lo stesso primo ministro Fico era stato criticato per l’appartamento preso in affitto da Bašternák nel quartiere residenziale Bonaparte di Bratislava.
Ad aggravare la situazione, negli ultimi giorni Stanislav Kubanek, deputato di Smer-SD, ha ricevuto una multa di 24.000 euro per conflitto di interessi per non aver sospeso la sua licenza commerciale durante i suoi mandati parlamentari. Analogamente, il leader del partito d’opposizione OLaNO-NOVA, Igor Matovic, oltre ad essere già stato condannato nel 2013 a una multa di 12.000 euro per le stesse ragioni, rischia di essere sospeso dal suo ruolo di parlamentare. Anche il leader di L-SNS, Marian Kotleba, rischia una sanzione analoga per aver chiuso la sua licenza di lavoratore autonomo a quasi un anno dalla sua elezione.
Secondo l’indice di corruzione percepita, calcolato ogni anno da Transparency International, la Slovacchia è al 54esimo posto su 176 paesi. Questo significa che la popolazione non crede negli standard etici dei politici del proprio paese. Per questo motivo, gli studenti hanno chiesto le dimissioni del ministro Kaliňák, del presidente del corpo di polizia Tibor Gašpar e del procuratore speciale Dušan Kováčik.
La manifestazione
La protesta è nata come un evento su Facebook rispetto al quale circa 8.700 persone hanno confermato di voler partecipare. In realtà si calcola che circa 5 mila persone abbiano preso parte alla protesta. Tra loro si contano anche gli attori Ján Greššo e Maroš Kramár, oltre a Zuzana Hlávková, colpevole di aver reso noto il sovraprezzo degli eventi culturali legati alla presidenza slovacca dell’Unione Europea.
Peter Kunder, dell’associazione non-governativa Fair-Play Alliance, che si occupa di sorvegliare l’operato politico, ha dimostrato apprezzamento per l’ambiziosa iniziativa: “Considero importante che le persone supportino attività mirate a migliorare la Slovacchia.” Secondo uno degli organizzatori, lo studente delle superiori Dávid Straka, “probabilmente le persone non se ne rendono conto, ma molti giovani non hanno alcuna ragione per tornare in Slovacchia e le nostre famiglie sono divise.”
La manifestazione ha ottenuto una grande eco, ricevendo il supporto politico del presidente della repubblica Andrej Kiska, che oltre a chiedere le dimissioni di Kalinak, ha dichiarato: “Se rimaniamo zitti nulla cambierà. Per questo invito le persone a reagire e ad alzare la voce se assistono ad ingiustizie.”
Secondo gli ultimi sondaggi il partito del premier Fico Smer-SD, resta il primo partito con il 27% delle preferenze. Segue al 16% il partito Libertà e Solidarietà (SAS). L’alleato di governo di Smer-SD, il Partito Nazionale Slovacco (SNS) otterrebbe il 10%, così come il partito di opposizione OLaNO-NOVA. L’estremista Marian Kotleba con il suo L-SNS si attesta al 9%.