E’ stato ucciso a Kiev, in una sparatoria in pieno centro, Denis Voronenkov, ex membro del parlamento russo e oppositore di Putin. Temendo per la propria incolumità in patria Voronenkov si era rifugiato in Ucraina l’anno scorso, rinunciando alla cittadinanza russa. Durante l’attentato è rimasto ucciso anche il killer, mentre la guardia del corpo dell’ex deputato è stato gravemente ferito. Voronenkov stava andando ad un incontro con un altro ex membro del parlamento russo rifugiatosi a Kiev, Ilya Ponomarev.
Corruzione e non solo
Denis Voronenkov, ex membro del Partito Comunista della Federazione Russa, una decina di anni fa è stato uno dei personaggi chiave nelle indagini su un grande giro di contrabbando (di mobili italiani) in Russia. Lo scandalo, ai tempi, aveva causato una grande risonanza mediatica a causa di un complesso schema corruttivo che coinvolgeva direttamente diversi organi dello stato e i servizi segreti (FSB). Da allora, l’ex deputato aveva ricevuto diverse minacce di morte, subito un attentato e di recente accusato anche lui stesso di corruzione.
Trasferitosi con la moglie in Ucraina, secondo alcune fonti Voronenkov non aveva abbandonato le proprie indagini sugli schemi corruttivi dei funzionari politici legati al Cremlino.
Ma non basta. Proprio negli ultimi giorni il nome di Voronenkov era rimbalzato sui principali media del paese in collegamento con le accuse di alto tradimento nei confronti di Viktor Yanukovich, ex presidente ucraino fuggito in Russia nel febbraio 2014. Secondo quanto affermato dal Procuratore Generale Yuriy Lutsenko, Voronenkov era in possesso di importanti indizi capaci di confermare il ruolo attivo di Yanukovich nel favorire l’annessione russa della Crimea e lo scoppio del conflitto in Donbass.
Mano del Cremlino?
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte del Ministero degli Interni e del Presidente ucraino. Secondo quanto sostenuto da Kiev, il responsabile dell’uccisione sarebbe direttamente il Cremlino. Poroshenko ha accusato la Russia di ‘terrorismo di stato’, paragonando quanto successo a Kiev con l’attentato terroristico di ieri a Londra. E mentre secondo le prime indiscrezioni il killer sarebbe un cittadino ucraino, la procura starebbe seguendo due principali piste, una legata alla testimonianza di Voronenkov contro Yanukovich e l’altra alle sue indagini su contrabbando e corruzione in Russia. Entrambe coinvolgerebbero indiscutibilmente i servizi segreti russi. Il Cremlino ha prontamente respinto ogni accusa tramite il portavoce del Presidente, mentre alcuni deputati del partito presidenziale Russia Unita hanno puntato il dito sui presunti legami tra Voronenkov, sua moglie e la malavita organizzata.
La tensione tra Russia e Ucraina torna così a salire. Ad infiammare (letteralmente) la situazione è stato anche un incendio scoppiato stanotte in un deposito di armi a Balaklija, a metà strada tra Kharkiv e Donetsk, nell’est del paese. Anche se le cause dell’esplosione e del conseguente incendio che ha portato all’evacuazione di migliaia di residenti rimangono ancora ignote, a Kiev hanno già puntato il dito contro il Cremlino, accusando la Russia di sabotaggio.