LITUANIA: Il parco-museo che incoraggia l’incontro tra i popoli europei

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A pochi chilometri da Vilnius si trova un luogo speciale, dove natura e uomo ritrovano un loro equilibrio attraverso il linguaggio universale dell’arte. Un desiderio intimo di celebrare questa unione ha permesso nel 1991 allo scultore lituano Gintaras Karosas, allora poco più che ventenne e ancora studente, di aprire le “porte” dell’Europos Parkas. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto con oltre 100 opere appositamente concepite e realizzate in-situ da artisti locali e internazionali, disseminate su una superficie di 55 ettari. Nonostante sia segnalato sulle guide turistiche come una delle principali attrazioni appena fuori dalla capitale lituana, rimane isolato rispetto ai circuiti standard, e raggiungerlo richiede un po’ di pazienza. Indicazioni stradali al riguardo compaiono infatti all’improvviso solo in prossimità del parco, dopo tornanti in mezzo a boschi e sporadici centri abitati.

Un pezzo del Muro di Berlino segnala il cancello d’ingresso al parco. Il visitatore riceve una mappa disegnata a mano ed è libero di girovagare tra alberi e sculture fino al tramonto, accompagnato dal rumore dei propri passi su foglie e muschio fresco.

Pannelli espositivi, sempre all’aperto, ripercorrono le principali tappe della storia del parco, dai primi quattro anni prima dell’apertura trascorsi da Karosas quasi in solitaria a ripulire il pezzo di bosco, faticosamente ottenuto in gestione dall’allora ancora autorità sovietiche, fino all’ampliamento delle strutture annesse per seminari, programmi educativi e residenze artistiche. Ma più di tutto si parla dell’amore per arte e natura del suo ideatore, così come del suo profondo legame alla terra natìa.

“Sento qualcosa simile a un dovere o una responsabilità nei confronti del mio paese, del pubblico, dei nostri antenati”.

L’idea del nome nasce dalla vicinanza a Purnuškės, il centro geografico dell’Europa fisica che tuttavia si contende il titolo con altri luoghi in Europa centro-orientale. L’Europos Parkas intende appunto celebrare il senso simbolico di queste coordinate e aprire una finestra sulla Lituania, che incoraggi l’incontro dei popoli.

“Non capivo perché dovevamo correre verso l’Europa per cercare una vita migliore o avventure all’estero. Dopo tutto c’era bisogno di noi qui per creare una nuova Lituania, è un’opportunità e un onore partecipare al metabolismo della vita culturale della madre patria. Invitiamo l’Europa a venire!”.

Con questo spirito Karosas organizzó nel 1992 il primo simposio internazionale di scultura in Lituania.

Oltre ai lavori di artisti del calibro di Oppenheim, LeWitt, Cruz e Abakanowicz il parco si è reso famoso per essere entrato nella lista dei Guinness dei primati con l’installazione LNK Infotree dello stesso Karosas. Opera critica dell’assurditá della macchina propagandistica sovietica, si sviluppava come labirinto di televisioni con al centro una statua di Lenin rovesciata a terra. Originariamente ben 3.000 apparecchi, portati personalmente al parco da gente da tutta la Lituania su invito di “dar via all’Europa la propria televisione vecchia”, componevano la struttura distribuita su una superficie di 3.135 m². Nel 2007 l´opera ha subito un intervento di restauro a causa di deterioramento e atti vandalici. Oggi è tutt’ora esistente ma in forma ridotta, e testa e arti del protagonista della Rivoluzione d’Ottobre se li è portati via l’usura del tempo.

Foto: Francesca La Vigna. “Intimate Beauty” di Vibha Galhotra e Ashish Ghosh.

Chi è Francesca La Vigna

Dopo la laurea in Cooperazione e Sviluppo presso La Sapienza di Roma emigra a Berlino nel 2009. Si occupa per anni di progettazione in ambito culturale e di formazione, e scopre il fascino dell'Europa centro-orientale. Da sempre appassionata di arte, si rimette sui libri e nel 2017 ottiene un master in Management della Cultura dall'Università Viadrina di Francoforte (Oder). Per East Journal scrive di argomenti culturali a tutto tondo.

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