La Agrokor è un’enorme compagnia agroalimentare croata (proprietaria, tra le altre, della grande catena di supermercati Konzum), la cui gestione, guidata dal tycoon Ivica Todorić, ha accumulato forti debiti che ora non è in grado di ripagare, mettendo a rischio non solo l’esistenza della compagnia, ma anche circa 60.000 posti di lavoro.
Una bancarotta dichiarata
Già da alcuni mesi gli analisti avevano visto nel ricambio manageriale e nella vendita di alcuni brand e compagnie una soluzione last minute per cercare di salvare l’azienda, anche se non era da escludersi la bancarotta. La compagnia nel 2015 aveva un fatturato di 6,5 miliardi di euro, circa il 16% del Pil croato. L’anno successivo il fatturato si è quasi dimezzato, circa 3,4 miliardi di euro, e i debiti hanno raggiunto la cifra record di 6 miliardi di euro.
I tentativi di salvataggio
Il principale creditore dei debiti contratti dalla Agrokor durante gli anni di espansione è stata la Sberbank, banca russa a partecipazione statale. Negli ultimi giorni la compagnia e i creditori si sono incontrati più volte per risollevare le sorti, altrimenti già scritte, del colosso agroalimentare.
L’accordo con i creditori porterebbe a un rimpasto societario, con l’ovvia esclusione dell’amministratore Ivica Todorić. Secondo il quotidiano croato Novi List, gli accordi sono in via di rifinitura tra i vertici di governo, dell’Agrokor e dei creditori. Indiscrezioni parlano di un prestito di 1,3 miliardi di euro già erogato da Sberbank e VTB Bank, a cui ne seguirebbe un altro altrettanto corposo. Tra le altre, anche la Deutsche Bank è creditrice nei confronti della compagnia.
Il quotidiano Vecernij List ha dato per certo il prestito ulteriore a copertura dei debiti di 300 milioni da parte della Sberbank e dalla VTB. Nonostante il riserbo del governo sulla vicenda, l’emittente televisiva N1 ha lasciato trapelare il contenuto degli incontri tra governo e Todorić, ovvero che il governo non è intenzionato a usare soldi pubblici per salvare la compagnia, ma che anzi ha accolto di buon grado la partecipazione russa nella vicenda gestendo colloqui privati con i creditori.
Va però aggiunto che la Sberbank e la VTB sono interessate a rilevare la parte finanziaria della Agrokor, reinvestendo sul debito e riclassificare i pacchetti azionari divenendo la maggioranza in seno al consiglio di amministrazione della compagnia. Sfugge nel piano di riqualifica societaria e salvataggio la parte commerciale, la quale non è presente nei radar degli istituti di credito russi.
Per l’attività commerciale sembra ci siano le mire della Magnit, colosso agroalimentare russo, dal capitale di 21 miliardi di euro a copertura del 70% del mercato russo del settore. L’indiscrezione rilevata dal giornale sloveno Finance non ha ancora avuto seguiti ufficiali, pertanto al spinosa questione di Agrokor è tutt’ora in divenire.