Lo scorso 5 febbraio la delegazione dell’UE in Armenia e il Consiglio d’Europa hanno dato vita a un progetto congiunto, volto a garantire assistenza elettorale al paese, in particolare in vista delle elezioni parlamentari del prossimo aprile. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale, l’ambasciatore dell’UE a Yerevan, Piotr A. Świtalski, ha espresso l’intenzione di fare del 2017 l’anno del “passo avanti” nella lotta alla corruzione in Armenia. Già nel febbraio dello scorso anno, Świtalski aveva sottolineato l’importanza di restaurare la fiducia della popolazione armena nel sistema politico della nazione, anche facendo leva sul nuovo codice elettorale.
La supervisione del processo elettorale in Armenia ha come scopo quello di incrementare la credibilità della commissione centrale in vista delle elezioni, formando al tempo stesso le squadre di osservatori interni. A tal proposito, il 12 febbraio la delegazione ha partecipato alla verifica della nuova tecnologia per l’autenticazione dei votanti alle elezioni regionali di Semyonovka.
Fermare il flusso della corruzione
Intanto, la società civile armena pare reagire positivamente agli stimoli, e lo stesso governo ha promosso alcuni emendamenti anti-corruzione. Il 1 febbraio la delegazione dell’UE in Armenia ha dato il via alla campagna “Stop the Flow of Corruption”, rinnovando alcuni dei passati obiettivi e ponendone di nuovi. La lotta alla corruzione politica resta una delle priorità della delegazione, assieme alla frode elettorale e al clientelismo.
Secondo Świtalski, è importante che si diffonda un sentimento di intolleranza tra la popolazione. È certo fondamentale che il prossimo parlamento armeno dia la priorità alla lotta alla corruzione, ma non basta: il problema deve essere compreso estensivamente, attraverso l’uso di strumenti informativi accessibili a tutti.
Karen Zadoyan, presidente dell’Associazione degli avvocati armeni, ha elaborato un elenco di punti-chiave per combattere la corruzione. Tra di essi figura la criminalizzazione dell’arricchimento illecito, per la quale esiste già un progetto di legge, che diverrà effettivo il 1 luglio. Anche Zadoyan, del resto, sottolinea l’importanza della partecipazione diffusa alla lotta contro la corruzione, auspicando la nascita di una piattaforma digitale che permetta ai cittadini stessi di denunciare i singoli episodi.
Cultura e tecnologia contro la corruzione
Il 27 gennaio, l’Impact Hub di Yerevan ha ufficializzato il lancio della campagna “L’Arte della (anti) corruzione”. Il progetto nasce dalla partnership con l’UE, e pone come obiettivo quello di demolire il senso di inevitabilità che molti armeni associano al concetto di corruzione. L’ambasciatore Świtalski ha evidenziato infatti che il fenomeno, pur riguardando in primis la sfera politica, è in realtà radicato nella mentalità comune. La campagna pone pertanto il focus sull’aspetto culturale, stimolando la diffusione di messaggi anti-corruzione in diverse forme: video, scritti e rappresentazioni teatrali.
L’azione europea in Armenia prevede anche il finanziamento di una tecnologia innovativa, elaborata in collaborazione con il Tumo Center per le tecnologie creative di Yerevan. Il progetto prevede lo sviluppo di un gioco online ambientato in una città oppressa dalla corruzione. L’obiettivo del gamer sarà quello di trovare soluzione alle problematiche del mondo virtuale, simili a quelle reali: corruzione, abuso di potere e di risorse, e così via.
Inoltre, il 17 febbraio, Świtalski ha annunciato che l’UE sovvenzionerà una campagna da 1 milione di euro per la promozione di settori creativi nella regione di Shirak, nella convinzione che la cultura e le nuove tecnologie possano stimolare lo sviluppo economico e sociale del paese.
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