Nascono sempre meno bambini russofoni in Lettonia ed Estonia

Lettonia ed Estonia sono i paesi dell’Unione Europea che hanno la più grande comunità russofona (intorno al 25% della popolazione totale), ma con il passare degli anni la percentuale di russofoni rispetto a lettoni ed estoni continua a diminuire.

Sono diversi i fattori che possono spiegare questo fenomeno, a partire dai cambiamenti demografici emersi, specie in Lettonia, a seguito della crisi economica, che ha spinto molti cittadini lettoni ad emigrare in cerca di lavoro. Diversi studi evidenziano che sono stati soprattutto i russofoni ad emigrare dai paesi baltici, rispetto ai cittadini di nazionalità lettone, estone e lituana.

Ma la diminuzione della percentuale di russofoni in Lettonia ed Estonia si spiega soprattutto con il calo delle natalità nella comunità russofona di questi paesi. I russofoni fanno meno figli, rispetto ai cittadini di lingua madre lettone ed estone, e questo fenomeno rende la comunità russofona di questi paesi meno numerosa e con una media di età più anziana rispetto alle altre comunità linguistiche.

In Lettonia la percentuale di russofoni in età adulta è del 27%, ma scende al 20,5% se si considerano i bambini e i ragazzi al di sotto dei 17 anni.
Un fenomeno analogo si registra anche nelle altre minoranze linguistiche, come i bielorussi, che sono il 3,3% della popolazione in Lettonia, ma scendono allo 0,9% fra i più giovani.

Le famiglie miste, formate da un genitore russofono e l’altro di lingua madre lettone (o estone) decidono più spesso di registrare all’anagrafe i propri figli con la nazionalità del paese di nascita.
Ma le statistiche demografiche segnalano che le famiglie composte da entrambi i genitori russofoni hanno in media meno facilità nel fare un secondo o terzo figlio, rispetto alle famiglie formate da genitori di lingua madre lettone.

Il calo demografico e la scarsa natalità è un problema comune ai paesi baltici, e attraversa tutte le comunità linguistiche presenti in questi paesi. Ma il fenomeno della bassa natalità complessivamente colpisce in maniera più significativa le minoranze linguistiche di questi paesi.

L’aumento dell’età media nelle comunità russofone d’altra parte non fa altro che accentuare il fenomeno della scarsa natalità. Nei paesi baltici l’età media in cui si fanno i figli è più bassa rispetto ad altri paesi europei, e questo dato incide sensibilmente. Non sempre i sostegni economici e sociali che negli ultimi anni sono stati introdotti in Lettonia e ancora di più in Estonia hanno dato risultati significativi.

Un altro dato interessante rivela che nelle comunità russofone nei baltici si fanno figli soprattutto fra le coppie sposate, mentre per le coppie lettoni ed estoni non fa molta differenza essere uniti in matrimonio o meno, per decidere di avere dei figli.

Insicurezza nelle prospettive sociali, economiche, lavorative, abitative, possono essere degli elementi disincentivanti nella decisione di avere figli, e questi elementi probabilmente incidono di più nelle comunità russofone.

I demografi estoni non considerano però le differenze economiche e sociali fra le famiglie come un fattore che influenza la natalità. In tutta Europa si può notare come con l’aumentare delle capacità economiche, le famiglie fanno meno figli, sostengono i ricercatori dell’Università di Tallin. Il fatto che le famiglie russofone abbiano in media redditi meno elevati rispetto alle famiglie estoni non è dunque, secondo i ricercatori di Tallin, un motivo sufficiente a spiegare la minore natalità delle prime.

Un altro dato interessante rilevato dai demografi estoni mostra che tra le famiglie russofone che vivono in cittadine dove non c’è una forte presenza di russofoni, e dove si vive a stretto contatto fra russofoni ed estoni, la natalità delle due comunità è pressoché identica.

Fonte Lsm.lv

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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