di Alessandro Mazzaro
Sarà un summit importante quello che si svolgerà a Kazan, nella regione russa del Tatarstan, tra i presidenti di Russia, Armenia e Azerbaigian. Il tema sarà ancora una volta il Nagorno-Karabakh, l’enclave armena in territorio azero autoproclamatasi indipendente nel 1992, e da allora vera spina nel fianco di Baku che ne reclama la sovranità. Come fa anche l’Armenia che oltre ad aiutare i “fratelli” del Karabakh con ingenti finanziamenti protegge militarmente la zona.
La repubblica autonoma è solo un aspetto del problema: l’Azerbaigian, infatti, reclama la sovranità sulla fetta di territorio confinante con l’Armenia occupata proprio da Yerevan per fare in modo che fungesse da cuscinetto con il Karabakh. Nel marzo scorso, in un’intervista concessa all’Osservatorio Balcani Caucaso, Leila Alieva, presidentessa del Centro per gli studi nazionali e internazionali di Baku, ha focalizzato in maniera chiara la situazione che vive il suo paese: “Il mantenimento dello status quo non è favorevole all’Azerbaijan. Nel nostro Paese c’è un numero di rifugiati e sfollati stimato intorno alle 600/800.000 persone. Aspettano da vent’anni di ritornare alle proprie case. Inoltre il 16% del territorio è sotto occupazione. Non si tratta solo della repubblica autonoma, ma anche di altre regioni. Questi fattori esercitano una forte pressione sulle autorità azere”.
L’obiettivo dell’incontro, dunque, è quello di trovare un accordo che faccia tornare la pace nella regione dopo anni di conflitti. Ottimista Alexander Lukashevich, portavoce del ministro degli esteri russo Lavrov: “Le aspettative sono ovviamente in linea con gli accordi raggiunti (nelle numerose riunione svoltesi a Mosca tra aprile e giugno ndr), nel vertice verrà rivisto l’intero pacchetto, vale a dire quelli che sono i principi di base per la soluzione del conflitto del Karabakh. Durante il dibattito – ha aggiunto Lukashevich – i rappresentanti dei paesi tirati in causa sono riusciti a conciliare posizioni diverse su questioni fondamentali. La palla passa ai presidenti che potranno vedere queste rielaborazioni e prendere le decisioni appropriate”. I lavori del summit si potranno seguire in diretta dal sito del ministero degli esteri russo.
Questi i punti dell’accordo:
- La restituzione al controllo azero dei territori che circondano il Nagorno-Karabakh
- Uno status provvisorio per il Nagorno-Karabak che offra garanzie di sicurezza e di autogoverno
- Un corridoio che colleghi l’Armenia al Nagorno-Karabakh
- Determinazione del futuro status finale legale del Nagorno-Karabakh attraverso un’espressione giuridicamente vincolante della volontà
- Il diritto di tutti gli sfollati interni e rifugiati a tornare ai loro ex luoghi di residenza
- Garanzie di sicurezza internazionale che comprenda un operazione di peacekeeping