BOSNIA: “Banditi da Trump? Venite da noi!” L’appello di una scuola di Mostar

Il campus di Mostar del Collegio del Mondo Unito, una prestigiosa scuola superiore internazionale, ha annunciato che offrirà borse di studio a rifugiati e altri studenti colpiti dal bando esteso dal presidente americano Donald Trump ai cittadini di sette paesi del Medio Oriente a maggioranza musulmana. Si tratta di un segnale forte, di un forte valore simbolico e che si pone in netta controtendenza con gli atteggiamenti che altri paesi dell’area, come Croazia e Slovenia, hanno tenuto verso i rifugiati.

Mostar è la città del dialogo possibile. Il suo ponte, distrutto durante il conflitto e poi ricostruito, parla di solidarietà. Una solidarietà, contrastata ma continua, che al Collegio del Mondo Unito si prova a praticare unendo studenti di diverse provenienze. La scelta di aprire anche ai rifugiati toccati dal provvedimento deciso dall’amministrazione Trump non è dunque una boutade a fini di marketing, ma si sposa perfettamente con lo spirito dell’istituzione.Come ha spiegato Valentina Mindoljevic, responsabile del collegio di Mostar:

Attorno al vecchio ponte di Mostar, simbolo del più aspro conflitto in Europa dopo il 1945, stiamo educando studenti di 61 nazioni differenti e di tutti i gruppi etnici della Bosnia, insieme in un unico collegio per perseguire la tolleranza, il dialogo internazionale e combattere le tutte le forme di estremismo. Offriamo borse di studio a studenti americani, come anche a rifugiati e studenti dai paesi a maggioranza musulmana colpiti dall’ordine esecutivo del governo americano, per lanciare un segnale di pace.”

Il caso ha voluto che questa decisione venisse presa nei giorni in cui Mostar piange il suo figlio più famoso, quel Predrag Matvejevic che a combattere i “talebani nazionalisti” ha consacrato la sua carriera di intellettuale.

Fondato nel 1962 con lo scopo di superare le divisioni della Guerra Fredda, il Collegio del Mondo Unito ha 17 scuole superiori sparse in tutto il mondo. Il campus di Mostar è stato aperto nel 2006, a due anni dalla ricostruzione del ponte simbolo della città.

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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