Nell’era di internet, in Estonia (o, potremmo dire, E-stonia), il paese più digitalizzato d’Europa, se non del mondo (dopotutto Skype è stato creato qui), è possibile, ormai da due anni, diventare e-residenti. È sufficiente compilare online un modulo, scannerizzare il passaporto, inviare una fototessera e pagare 100 euro; e il tutto, dicono le autorità, non richiede più di 18 minuti. In tre mesi, dopo un controllo da parte della polizia estone – soprattutto per le questioni di riciclaggio di denaro e affari illeciti – la e-residenza è pronta per il ritiro. Dopo lo scandalo dei Panana Papers e la Brexit, le autorità estoni hanno dichiarato un incremento consistente di richieste di “e-ID”. Ma cosa prevede questa carta d’identità digitale?
La carta d’identità digitale
Ad ogni cittadino estone all’età di 15 anni viene consegnata la carta d’identità digitale: attraverso di essa è possibile avere accesso online, anche dal proprio smartphone, ad oltre 4000 servizi, dalla pubblica amministrazione alle questioni finanziarie (gestire il conto corrente, pagare le tasse e il parcheggio dell’auto, richiedere benifici per sanità e scuola, prenotare visite mediche, etc.). Si avvale di questo supporto il 90% dei cittadini estoni, ed un terzo di essi la usa anche per votare online.
Cosa viene garantito agli e-residenti?
La carta d’identità digitale che viene rilasciata invece ai nuovi e-residenti non è tuttavia un vero documento di cittadinanza; non si concede diritto al voto, né altri dirittti costituzionali. Tuttavia, permette l’accesso a tutti gli altri servizi online. Come riporta il sito istituzionale per la richiesta della e-residenza, il nuovo residente avrà diritto a firmare digitalmente documenti e contratti, aprire la sua impresa in Estonia (senza obbligo di gestirla in loco, potrà farlo anche da remoto dall’estero), aprire e gestire un conto corrente estone (senza doversi recare fisicamente nel paese), dichiarare e pagare le tasse in Estonia (non si elimina però la doppia tassazione, a meno che la gran parte del business non sia portata avanti in territorio estone).
Più della metà di coloro che hanno fatto richiesta per la e-residenza sono stati mossi, evidentemente, da interessi imprenditoriali e commerciali; Taavi Kotka, responsabile del programma, a settembre dichiarava: “Abbiamo aggiunto mille imprese alle 60mila che c’erano – un aumento del 2%, che per noi è importante”.
Target 10 milioni
Entro il 2025 i responsabili del progetto puntano a raggiungere quota 10 milioni; una cifra impensabile per uno stato di 1,3 milioni di abitanti. Ad oggi sono state consegnate circa 15mila e-residenze a cittadini di 136 diversi paesi: primi fra tutti Finlandia (2600), Russia (1259), Stati Uniti (971), Regno Unito (843; è interessante far notare come dalla Brexit il numero sia decuplicato), Ucraina (841), Germania (743) e Italia (738).
Il governo estone crede che questi nuovi residenti digitali possano contribuire all’economia del paese utilizzando le banche estoni ed aprendo nuove imprese. Inoltre, Taavi Kotka, ha affermato: “Fisicamente non siamo in grado di aumentare la nostra popolazione. Perchè non farlo online?”