Dopo quattro anni dall’inizio dei lavori, si è conclusa con successo l’installazione del nuovo sarcofago che ricopre il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl.
“Molti hanno dubitato, tanti non ci credevano. Congratulazioni, amici! Yes! Ce l’abbiamo fatta!” ha esultato il presidente ucraino Petro Poroshenko durante la cerimonia d’inaugurazione. E ha aggiunto: “Lasciamo che tutto il mondo veda oggi quello che l’Ucraina e il mondo intero possono fare quando uniscono le loro forze, come siamo in grado di proteggere il mondo dalla contaminazione e dalle minacce nucleari”.
Il nuovo copre il vecchio
La nuova struttura metallica che ricopre il vecchio sarcofago, ormai logorato e pericolosamente deformato, è opera di Novarka, un consorzio di imprese francesi, ucraine e italiane. Bouyugues e Vinci hanno infatti collaborato con l’azienda pordenonese Cimolai, leader tra le ditte specializzate nelle costruzioni metalliche, nella realizzazione di questa copertura alta 108 m e lunga 162 m, e con un peso pari a 35 000 tonnellate. “Dimensioni simili permetterebbero di coprire interamente lo Stade de France o la Statua della Libertà” osserva Novarka in un comunicato stampa.
Tuttavia l’obiettivo fondamentale qui è quello d’impedire le fuoriuscite di materiale radioattivo dall’impianto distrutto, permettere ai tecnici di operare per lo smantellamento futuro del famigerato reattore in tutta sicurezza e togliere 200 tonnellate di magma altamente radioattivo dal vecchio sarcofago. Inoltre, i tubi che costituiscono l’intelaiatura degli archi, progettati da Cimolai, sono ricoperti con pannelli di resina che dovrebbero impedire l’accumularsi delle particelle radioattive.
Il nuovo sarcofago è stato progettato per resistere a temperature estreme, dai -43°C ai + 45°C, al riscaldamento globale e a sismi di un’intensità massima di 6 su scala Mercalli, basandosi sul fatto che l’Ucraina è un Paese a basso rischio sismico. “Se il sarcofago dovesse crollare durante un terremoto, la polvere resterebbe confinata all’interno dell’arco che lo protegge” precisa Nicolas Caille, direttore del progetto.
Concepito per durare almeno un secolo, il nuovo sarcofago è stato assemblato in un’area adiacente, in due parti distinte che, una volta completate, sono state fatte scivolare lungo dei binari, limitando al massimo il contatto umano.
Un costo pari a 1,5 miliardi di euro
La realizzazione dell’opera è stata possibile grazie al finanziamento di ben 1,5 miliardi di euro, gestiti dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD). La somma non copre tuttavia i costi di smantellamento e di funzionamento dell’arco, che rimangono a carico dell’Ucraina. “Ulteriori investimenti saranno necessari per seppellire le materie radioattive che verranno recuperate”, afferma Olexi Passiuk, esperto del Centro nazionale ucraino per l’ecologia.
Foto: www.ebrd.com