Da ZAGABRIA – L’ex-generale Ante Gotovina – condannato e poi assolto per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (TPIJ) – è stato nominato “consigliere speciale per la sicurezza della patria” dal primo ministro Plenković. La nomina di Gotovina è stata ufficializzata il 16 novembre 2016, esattamente quattro anni dopo la clamorosa assoluzione da parte della corte d’appello del TPIJ.
Ante Gotovina: mercenario, eroe, criminale, martire
Si riaffaccia sulla scena politica croata l’“eroe” della guerra degli anni ‘90, simbolo stesso della lotta per l’indipendenza. Ante Gotovina, il giovane marinaio di Zara che si rifiutò di vivere sotto la “tirannia” jugoslava, per arruolarsi come mercenario nella legione straniera francese. Ante Gotovina, il generale che guidò l’esercito croato nella vittoriosa operazione militare Oluja (tempesta), a seguito della quale tra i 150.000 e i 200.000 civili serbi furono cacciati dalla Croazia.
Ante Gotovina, il criminale di guerra accusato di aver concorso all’allontanamento forzato della popolazione serba di Croazia. Ante Gotovina, il fuggiasco, il ricercato internazionale, l’eroe tradito, sacrificato sull’altare del TPIJ in nome dell’adozione dei valori europei.
Condanna e assoluzione di Gotovina
A seguito dell’operazione Oluja, il territorio secessionista della Repubblica serba di Krajina è tornato sotto l’autorità di Zagabria, mentre le carovane dei rifugiati serbi scappavano verso Belgrado. Nel 1991, i serbi di Croazia erano 581.663, pari al 12,2% della popolazione, al censimento del 2011 sono invece 186.633, il 4,3% della popolazione.
Nell’aprile 2011, Gotovina viene condannato dal TPIJ per la partecipazione a un’“impresa criminale congiunta” (JCE) che aveva come obiettivo l’espulsione della popolazione serba dalla Krajina croata. Dal punto di vista del nazionalismo croato, all’Aja veniva condannato un patriota e un eroe, per associazione diretta, assieme al generale vittorioso si metteva in discussione il mito della guerra patriottica, base dell’indipendenza croata.
L’anno dopo, la corte d’appello del TPIJ capovolse la sentenza e assolse l’ex-generale per insufficienza di prove. Con 3 giudici a favore e due contrari, la corte ritenne che l’accusa avesse fallito nel dimostrare la correlazione tra il cannoneggiamento indiscriminato e la fuga della popolazione. Il 16 novembre 2012, con l’assoluzione di Gotovina scompariva lo stigma della pulizia etnica che accompagnava Oluja e la guerra d’indipendenza croata.
Gotovina, consigliere speciale per la sicurezza della patria
La persona di Ante Gotovina è stata investita negli anni di una forte carica simbolica per il nuovo stato croato. Proprio in senso simbolico va interpretata la recente nomina. Esattamente quattro anni dopo la propria assoluzione, l’ex-generale si riaffaccia sulla scena politica, in tempo per partecipare da consigliere dell’esecutivo alla sentitissima 25esima commemorazione della caduta di Vukovar.
A dispetto degli attacchi della destra radicale che lo critica per le attenzioni che riserva alle rimostranze della comunità internazionale, con questa nomina, Plenković si accredita come il leader di una Croazia pienamente sovrana che non deve più chiedere il permesso a nessuno per riservare ai propri “eroi” il posto che gli spetta.
A confermare lo sfacciato gattopardismo che ha accompagnato l’integrazione europea della Croazia e con buona pace di coloro che vedevano nelle negoziazioni per l’adesione la leva in grado di superare le eredità della guerra degl’anni ’90, Ante Gotovina – il simbolo della ridefinizione territoriale su base etnica elevata a mito fondante di un nuovo stato – è ora consigliere speciale di un governo europeo.
Questo articolo è frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International Association e PECOB, Università di Bologna.