Ha provocato un’ondata di indignazione la proposta di legge che depenalizza gli abusi sessuali sui minori se lo stupratore sposa la vittima. Approdato in parlamento giovedì 17 novembre con la firma di 6 deputati dell’AKP, il partito di maggioranza e del presidente Erdogan, il provvedimento che porta di nuovo sotto i riflettori il fenomeno delle spose bambine è stato immediatamente denunciato dalle opposizioni. La protesta si è scatenata soprattutto sul web con slogan come #Tecavuzmesrulastirilamaz (“lo stupro non può essere legittimato”). Tra venerdì e sabato alcune migliaia di persone hanno manifestato a Istanbul al grido di “AKP giù le mani dai nostri bambini”. Nelle prime ore di martedì 22, infine, il provvedimento è stato definitivamente ritirato dal premier Binali Yildirim. Ciò non esclude che possa essere ripresentato in futuro con alcune modifiche.
Cosa prevede la legge
La proposta di legge sospende in definitivamente la pena a chi è stato condannato per abuso su minore, nel caso in cui acconsenta a sposare la vittima. Di fatto è una sanatoria: si applicherebbe infatti solo nei casi compresi tra il 2005 – anno in cui una legge simile venne abolita, curiosamente proprio con l’AKP al governo – e il 16 novembre di quest’anno. Nella sua formulazione attuale, quindi, non prevede la possibilità di sanare casi futuri. Il testo specifica che si può applicare soltanto nei casi in cui non vi è stata “violenza, minaccia o qualsiasi altra restrizione del consenso”. In caso di divorzio (ma solo per colpa dello stupratore) la sentenza originaria riacquista validità e la pena deve essere scontata.
‘Stupro legalizzato’
Sull’onda delle proteste, il premier Yildirim aveva congelato l’iter parlamentare del disegno di legge per discuterlo con le opposizioni. Il governo lo ha difeso sostenendo che è un modo per affrontare le conseguenze legali che sorgono nei casi di matrimoni forzati. “Esistono i matrimoni precoci. Chi si sposa non conosce la legge, ha dei figli, poi il padre va in prigione e i bambini restano da soli con la madre”, ha spiegato Yildirim. Questa versione è stata ripresa e appoggiata da molti media conservatori vicini all’AKP, Yeni Şafak in testa, che hanno iniziato a pubblicare storie di spose bambine che aspettano con ansia l’uscita dal carcere del padre dei loro figli.
Ben diverso il modo in cui è stato recepito da larghissima parte della società turca, che vede nel provvedimento nient’altro che uno stupro legalizzato. Ha espresso preoccupazione anche un’associazione che ha la figlia di Erdogan come vice presidente. “Se a un uomo di 50 o 60 anni viene detto di sposare una bambina di 11 dopo averla stuprata, e poi la sposa anni dopo, lei patirà le conseguenze – ha affermato il deputato del CHP Omer Suha Aldan – Se gli viene aperta la possibilità del matrimonio, la bambina vivrà in una prigione per tutta la vita”.
Il fenomeno delle spose bambine
Il ministro della Giustizia Bekir Bozdağ, difendendo in tv la legge, ha sostenuto che interesserebbe circa 3mila famiglie in tutto il paese, soprattutto nel sud-est. La cifra probabilmente viene dalla relazione al parlamento presentata lo scorso luglio da Mustafa Demirdağ, capo del dipartimento per i crimini sessuali della Corte suprema d’appello. Nell’audizione, Demirdağ fissata appunto a 3mila i casi confermati di matrimoni forzati, e dopo aver definito “crudele” questa pratica sosteneva che la pena in caso di denuncia – 16 anni e 8 mesi – era ingiusta ai suoi occhi, per gli stessi motivi addotti dal governo in questi giorni.
Il fenomeno delle spose bambine in Turchia, però, è ben più vasto e complesso di così. Anche a causa di un quadro normativo non omogeneo: l’età minima per il matrimonio è 15 anni secondo il codice penale, 17 per il codice civile e 18 secondo la legge sulla protezione dei minori. Lo scorso maggio la Corte costituzionale turca aveva poi abrogato la clausola del codice penale che considerava abuso sessuale tutti gli atti sessuali commessi nei confronti di minori di 15 anni. Inoltre l’uomo che sposa una minorenne, con cerimonia religiosa, è una pratica comune in diverse zone del paese.
Secondo l’Unicef il 15% delle minori è coinvolto in un matrimonio forzato, mentre il Fondo dell’Onu per la popolazione nel 2013 sosteneva che un terzo dei matrimoni in Turchia avvengono tra un uomo e una minorenne. Stime più accurate le fornisce l’ordine degli avvocati di İzmir: le spose bambine in Turchia sono almeno 180.000, ma il numero più essere ancora più alto perché spesso le cerimonie avvengono alla sola presenza di un imam e non sono quindi registrate dalle autorità competenti.
___
Nella foto: ‘Child-bride’, opera dell’artista turca Şükran Moral esposta alla Galeri Zilberman di Istanbul nell’ambito dell’esibizione ‘Welcome to Turkey’ (2014).