Il confine tra Georgia e Ossezia del Sud è sempre più militarizzato e il passaggio tra i due paesi è vietato. Tuttavia non manca chi tenta di attraversarlo, venendo puntualmente arrestato, causando così frizioni tra il governo georgiano e quello osseto che, è bene ricordarlo, gode dell’appoggio di Mosca e si avvale dei servizi segreti russi per controllare il confine.
Arresti e sparizioni lungo il confine
Lo scorso 31 ottobre i media georgiani hanno diffuso la notizia della scomparsa di Alexi Dotiashvili, residente a Kirbala, un villaggio collocato nei pressi della città di Gori. Il governatore di Gori, Davit Oniashvili, si è recato in visita alla famiglia di Dotiashvili e ne ha notificato la scomparsa alla missione di monitoraggio dell’Unione Europea (EUMM, European Union Monitoring Mission). Si tratta probabilmente di uno dei numerosi arresti che hanno luogo da anni al confine tra la Georgia e l’Ossezia del Sud, di solito motivati da un attraversamento – effettivo o presunto – del confine tra i due paesi.
Non si tratta di un caso isolato. Il 27 ottobre era stato liberato Ilia Takadze, pastore georgiano detenuto dalle guardie di confine russe a Tskhinvali, capitale della repubblica osseta, mentre l’8 novembre scorso Interpressnews, agenzia di stampa georgiana, ha reso nota l’avvenuta liberazione di sei cittadini che erano stati arrestati lungo il confine tra il 5 e il 6 novembre. Il governo di Tskhinvali ha dichiarato che i prigionieri sono stati liberati in seguito allo svolgimento di accertamenti sul loro conto e al pagamento di una multa dovuta allo sconfinamento illecito.
Verso un esercito russo-osseto?
Le forze armate russe e ossete – nonostante l’opposizione di Tbilisi e dell’Unione Europea – pattugliano la linea di confine per impedirne l’attraversamento tanto ai cittadini georgiani quanto agli osseti che si recano in Georgia per ricevere cure mediche. Leonid Tibilov, ex agente del KGB e attuale leader filorusso della repubblica dell’Ossezia del Sud, ha dichiarato negli ultimi giorni di ottobre che si sta discutendo la proposta di dotare il paese di una propria aviazione, con lo scopo di mettere in atto controlli più serrati sul confine. L’agenzia di stampa russa RIA Novosti ha inoltre dichiarato che verrà presto implementata la creazione di forze militari congiunte, rispondente all’interesse di Mosca di accrescere il livello di sicurezza nella zona.
Il referendum per l’annessione alla Federazione Russa
Le forze armate russe si sono insediate nell’area osseta a partire dal 1992 – in seguito all’auto-proclamazione di indipendenza da parte della regione e al conflitto tra quest’ultima e la Georgia – e a partire dal 2008 la Russia ne ha riconosciuto il governo indipendente. Successivamente, con un trattato del marzo 2015, Mosca ha sancito in maniera inequivocabile la sua influenza sul territorio, la cui eventuale annessione sarà oggetto di un referendum nel 2017. Tibilov, acceso sostenitore della riunificazione, all’epoca della sua ascesa al potere nel 2012 aveva definito un “sogno di lunga data” della popolazione osseta la prospettiva di annessione a Mosca – che a partire dagli anni ‘90 ha investito un miliardo di dollari in aiuti alla regione.
A partire dal 2008, l’Unione Europea ha iniziato a monitorare la zona osseta e oggi sono collocati sul territorio 200 agenti che svolgono operazioni di monitoraggio civile.
Un confine sempre più caldo
La conflittualità nelle zone di confine, del resto, è evidenziata non solo dagli arresti-sequestri, ma anche dai continui incidenti. Lo scorso 23 agosto è stato notificato agli agenti dell’EUMM l’arrivo in alcuni terreni contadini di militari russi che rivendicavano l’appartenenza di quell’area all’Ossezia del Sud, pretesa che solo intensi processi di negoziazione hanno potuto sopire.
Stando a quanto dichiarato da Kestutis Jankauskas, capo della missione europea, le tensioni sono originate soprattutto dalla difficile collocazione della linea di confine, dal momento che spesso le stesse mappe presentano indicazioni discordanti che danno adito a contese territoriali.
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Immagine: The New York Times.