Lo scorso 4 novembre il primo ministro georgiano Giorgi Kvirikashvili e il presidente armeno Serzh Sargsyan hanno annunciato la costruzione di un nuovo ponte lungo la linea di confine tra i due paesi, che simboleggerà l’amicizia che lega Tbilisi a Yerevan.
La struttura, che prenderà appunto il nome di “Ponte dell’Amicizia”, sarà realizzata presso il confine Sadakhlo-Bagratashen, uno dei sei valichi di frontiera ufficiali tra la Georgia e l’Armenia, dove passa la strada principale che collega Tbilisi a Yerevan. Secondo quanto dichiarato dai capi di stato e governo dei due paesi, i lavori di realizzazione del ponte dovrebbero iniziare già il prossimo anno, e dovrebbero concludersi entro un paio d’anni. Il nuovo ponte, che attraverserà il fiume Debed, il quale segna il confine tra Georgia e Armenia, prenderà il posto della stretta struttura attuale, costruita in epoca sovietica, e servirà a rendere più scorrevole il traffico tra i due paesi.
Il nuovo progetto, la cui realizzazione sarà finanziata dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (organismo che opera nei paesi dell’Europa centro-orientale, del Caucaso e dell’Asia Centrale), è stato annunciato nel corso della cerimonia d’inaugurazione della nuova stazione doganale di Bagratashen (parte armena del confine), dove dovrebbe essere costruito il Ponte dell’Amicizia. Il rinnovamento della dogana di Bagratashen rientra all’interno di un’opera di modernizzazione avviata dal governo armeno e supportata dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNPD) e dal Commissariato europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, che prevede anche la ricostruzione degli altri due principali punti di confine tra Armenia e Georgia: quello di Bavra, sulla strada che porta a Ninotsminda e Akhalkalaki e quello di Gogavan, sulla strada per Dmanisi e Bolnisi.
La cerimonia d’inaugurazione della nuova dogana di Bagratashen ha rappresentato anche un’occasione per il primo ministro georgiano e per il presidente armeno per incontrarsi e parlare delle relazioni bilaterali tra i due paesi, discutendo riguardo all’opportunità di aumentare la cooperazione reciproca, soprattutto del settore dei trasporti e dell’energia. Proprio riguardo a questi due settori la Georgia rappresenta un alleato chiave per l’Armenia, che dal punto di vista geopolitico si trova in una posizione isolata, in quanto è bloccata a ovest dalla Turchia e a est dall’Azerbaigian, paesi ostili, e non condivide confini comuni con la Russia, primo partner economico di Yerevan nonché principale fornitore di energia.
Riguardo ai trasporti, la strada che collega Yerevan a Tbilisi (attraverso appunto il valico di frontiera Sadakhlo-Bagratashen, dove sarà costruito il Ponte dell’Amicizia), e che prosegue attraverso la Strada militare georgiana fino alla frontiera Kazbegi-Verkhniy Lars, che separa la Georgia dalla Russia, rappresenta al momento l’unico collegamento stradale tra l’Armenia e la Russia dove è consentito il trasporto di merci (sarebbe aperta anche la frontiera di Gali, in Abkhazia, ma la legge georgiana sui territori occupati vieta il trasporto di merci attraverso le regioni separatiste).
Lo scorso giugno, quando lungo l’ultimo tratto della Strada militare georgiana si verificarono una serie di frane e allagamenti che finirono per creare un momentaneo blocco del traffico, penalizzando gli scambi commerciali tra la Russia e l’Armenia, il governo di Yerevan arrivò addirittura a proporre a Tbilisi di riaprire momentaneamente il confine con l’Ossezia del Sud, per permettere alle merci armene di arrivare in Russia attraverso il tunnel di Roki. Considerata l’importanza che il traffico di merci da e verso la Russia ha per Yerevan, per il governo armeno risulta quindi fondamentale collaborare con la Georgia nel settore dei trasporti, al fine di facilitare gli scambi e salvaguardare i propri interessi economici.
Come nel caso dei trasporti, per Yerevan la Georgia svolge un importante ruolo di paese di transito anche nel settore dell’energia. Essendo il primo partner economico dell’Armenia, la Russia è di conseguenza anche il suo principale fornitore d’energia, e per questo ha sempre avuto l’esclusiva nell’utilizzo delle infrastrutture energetiche presenti nel paese, le quali transitano proprio dalla Georgia. Attualmente due gasdotti collegano la Russia all’Armenia via Georgia: il gasdotto Ciscaucasico-Transcaucasico e il gasdotto Mozdok-Tbilisi, con Yerevan che paga alla Georgia una tassa di transito equivalente al 10% del gas erogato. Lo stesso petrolio russo arriva in Armenia attraverso i porti di Batumi e Poti, in Georgia, da dove viene poi trasportato fino alla capitale armena attraverso il sistema ferroviario.