RUSSIA: La festa dell’unità nazionale che i russi non capiscono

Il 4 novembre si festeggia in Russia, dal 2005, il Giorno dell’Unità Nazionale: la festa, ad oggi incompresa dalla maggiorparte dei russi, è stata indetta in sostituzione della grande ricorrenza sovietica del 7 novembre, anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Il giorno ufficialmente ricorda la liberazione di Mosca dall’invasione polacca avvenuta nell’epoca dei Torbidi, nel 1612 da parte di Minin e Požarskij.

Dal 2005 il 4 novembre i sindacati e i partiti della Duma organizzano una marcia lungo la via Tverskaja, nel centro di Mosca, ed un concerto. Dal 2014 la festa ha inoltre ottenuto una nuova connotazione: con l’annessione della Crimea, la ricorrenza festeggia la “rinnovata” unità con la penisola. Il nuovo slogan della festa, invocato a gran voce dai partiti Russia Unita, Liberal-democratico e Russia Giusta è “siamo uniti!” (my ediny!).

Dallo scorso anno però lo storico partito comunista rinuncia a partecipare alle celebrazioni, sottolineando che partecipare alla marcia del 4 novembre non significa oggi festeggiare una qualche unità nazionale, ma dimostrare più che altro di non essere in opposizione al governo. Addirittura quest’anno i comunisti organizzano una propria festa il 7 novembre, quasi secondo “il vecchio stile” sovietico. La scelta potrebbe anche scaturire da esigenze di popolarità del partito, che alle ultime elezioni ha perso consensi ed è stato additato come una finta opposizione alla linea filo-putiniana alla Duma.

Non sono solo i comunisti comunque a rinunciare alla festività del 4 novembre. I partiti minori di opposizione al governo di Putin, come Jabloko e PARNAS, da sempre dichiarano di non comprendere il motivo di tale ricorrenza. Jabloko, inoltre, propone di festeggiare piuttosto altre date più significative come la battaglia di Kulikovo (8 settembre 1380, vittoria sul secolare giogo tataro) o il Giorno della Costituzione (12 dicembre), che dal 2005, anzi, non è nemmeno più considerato un giorno festivo in Russia.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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