La mattina del 17 ottobre a Sukhumi, capitale della piccola repubblica d’Abkhazia, un uomo si è fatto esplodere davanti all’ingresso della sede della TV di stato, creando attimi di paura tra i presenti.
L’esplosione è avvenuta verso le 7 del mattino, un’ora in cui la zona non era particolarmente trafficata. Non ci sono state vittime, così come non si sono registrati feriti né tra gli impiegati della TV di stato né tra le guardie di sicurezza. Secondo i servizi di sicurezza abkhazi la bomba conteneva fino a 200 grammi di tritolo ed era stata imbottita di chiodi e progettata per esplodere proiettando pericolose schegge, in modo da poter fare più danni possibili.
Il presidente abkhazo Raul Khajimba, che ha definito l’episodio un attacco terroristico, il giorno stesso dell’attentato ha riunito i vertici delle forze di sicurezza e della polizia locale, ordinando di rafforzare la sicurezza non solo attorno all’edificio della TV di stato, ma anche nei pressi di edifici pubblici e governativi, scuole e asili. Le autorità sono comunque riuscite a mantenere la situazione sotto controllo, evitando che si scatenasse il panico tra la popolazione di Sukhumi.
Come affermato dal segretario del Consiglio di sicurezza locale Mukhamed Kilba, l’uomo che si è fatto esplodere davanti alla sede della TV di stato sarebbe un cittadino russo originario della regione di Rostov, entrato in Abkhazia lo scorso 2 ottobre per organizzare un attacco terroristico contro un determinato politico locale, il cui nome non è stato fatto, così come quello dell’attentatore stesso. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia abkhaza, la bomba sarebbe esplosa in modo accidentale prima del previsto, impedendo all’uomo di fare vittime.
Secondo un’altra ipotesi formulata dalle autorità in seguito all’attacco, l’attentatore non avrebbe avuto come obiettivo un politico locale, ma avrebbe avuto il compito di fare un numero di vittime più alto possibile, come dimostrerebbe la presenza di chiodi all’interno dell’esplosivo. Secondo questa ricostruzione la bomba sarebbe dovuta esplodere in un luogo pubblico, e non davanti alla sede della TV di stato, confermando l’ipotesi secondo cui l’ordigno sarebbe esploso in modo accidentale.
In seguito alla vicenda le autorità hanno aperto un’inchiesta per individuare possibili contatti o complici dell’attentatore nella regione di Rostov, poiché secondo quanto affermato dal ministro degli Interni Aslan Kobakhia l’uomo non avrebbe agito da solo, anche se per il momento non vi sono altri indagati al di fuori dell’attentatore stesso. Secondo Mukhamed Kilba, l’uomo si sarebbe recato in Abkhazia una prima volta in estate, insieme a un complice, probabilmente per fare un giro di ricognizione.
È stata smentita invece la notizia diffusa dal quotidiano on-line Caucasus Times il giorno successivo all’attacco, secondo cui l’attentatore sarebbe stato tale Sergej Torosenko, cittadino ucraino militante tra le fila della Repubblica Popolare di Donetsk. Torosenko, secondo quanto affermato da Caucasus Times, sarebbe stato vicino ad Arsen Pavlov, detto “Motorola“, comandante del battaglione Sparta ucciso lo scorso 16 ottobre dall’esplosione di un ordigno all’interno dell’ascensore della sua residenza.
Secondo quanto rivelato a Sputnik Abkhazia dall’ex ministro degli Interni abkhazo Raul Lolua, l’attentato di Sukhumi potrebbe quindi avere legami con l’omicidio di Pavlov, in quanto “diversi abkhazi sono coinvolti nelle operazioni militari nel territorio della Repubblica Popolare di Donetsk […] e un uomo abkhazo è stato ucciso insieme a Motorola”. Come affermato in precedenza la notizia è stata però smentita sia dall’attuale ministro degli Interni che dal segretario del Consiglio di sicurezza.
Foto: Stefan Krasowski