L’8 luglio 2015 è stata ufficializzata la candidatura di Budapest per ospitare le Olimpiadi del 2024. Dopo il ritiro di Roma, annunciato qualche settimana fa, il cerchio delle candidature sembra chiudersi sulle tre grandi città rimaste in gara: Budapest, Parigi e Los Angeles.
Sebbene non abbia mai ospitato le Olimpiadi, l’Ungheria è stata diverse volte teatro di eventi sportivi di grande importanza, come i campionati mondiali di scherma, pattinaggio, sollevamento pesi, ginnastica artistica, ginnastica ritmica e pattinaggio sul ghiaccio. Nel 2017 ci saranno ben due manifestazioni sportive che potrebbero cambiare le carte in tavola e favorire il successo di Budapest: il Festival olimpico della gioventù europea a Győr, cittadina a nord del paese, e i mondiali di nuoto nella capitale.
La candidatura è stata accolta con grande entusiasmo. Sia il primo ministro Viktor Orbán sia il capo di stato János Áder sono molto soddisfatti del risultato ottenuto e sperano che finalmente l’Ungheria possa brillare non solo nelle discipline sportive, ma anche nell’organizzazione di un evento di tale importanza. Tomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), ha espresso parole favorevoli per Budapest, ricordando i meriti olimpionici e i successi sportivi ungheresi. Lo sport è sempre stato un vanto per l’Ungheria. Alle Olimpiadi di Rio, gli atleti magiari hanno portato a casa ben 15 medaglie, che vanno ad aggiungersi alle precedenti 476 vinte in ben 25 edizioni.
Un evento di tale portata, però, non è esente da spese. Il costo medio delle Olimpiadi dal 1960 ad oggi è di 4,7 miliardi di euro, mentre il budget stimato dall’Ungheria è di circa 2,5 miliardi di euro. A questo proposito, il CIO ha stanziato un programma riformatore, chiamato “Agenda 2020”, proprio per diminuire i costi esorbitanti dei giochi degli ultimi anni, rendendoli così più abbordabili per i paesi più piccoli. Durante la presentazione della candidatura, sia il sindaco di Budapest Istvan Tarlós sia il presidente del comitato olimpico ungherese Zsolt Borkai hanno fatto leva sul fatto che l’Agenda 2020 voglia ottimizzare i costi e non far sì che le Olimpiadi diventino una manifestazione elitaria, ospitata solo dalle grandi potenze mondiali.
Nonostante il grande entusiasmo del governo e di una buona fetta dei cittadini ungheresi, non sono mancate le critiche. Marcell Tokody, assessore comunale e membro del partito di estrema destra Jobbik, sostiene che il budget stanziato dal governo “non è realistico”, il rischio di andare in deficit è veramente alto. Peter Bognar, giornalista di “The Budapest Times”, ricorda le copiose spese sportive che Budapest dovrà fronteggiare nell’immediato futuro: per rinnovare lo stadio Puskas Ferenc che nel 2020 ospiterà una partita degli Europei di calcio, ci vorranno ben 327 milioni di euro, mentre per l’ampliamento del centro acquatico sportivo di Dagaly verranno impiegati 160 milioni di euro. Il partito socialista e il partito dei verdi LMP si sono schierati contro la candidatura di Budapest. Csaba Horvath, vice presidente del partito socialista MSZP, sostiene che un evento così dispendioso andrebbe contro gli interessi della capitale e il budget stimato dovrebbe essere usato per ristrutturare scuole e ospedali fatiscenti. Dello stesso parere anche Antal Csardi, membro dell’LMP.
Il Comitato Olimpico Internazionale si riunirà a Lima il 13 settembre 2017 per stabilire definitivamente quale città ospiterà i Giochi della XXXIII Olimpiade.