Il partito dei verdi e contadini e il partito dei cristiano democratici (PPE) hanno ottenuto una chiara affermazione nelle elezioni per il rinnovo del parlamento lituano, ottenendo una percentuale di voti intorno al 21,7% e 21,5% (nel 2012 erano al 4% e 15% rispettivamente), mentre il partito socialdemocratico (PSE) del premier Algirdas Butkevičius si è fermato al 14,4%.
L’unione dei verdi e contadini, il nuovo soggetto politico che si è presentato a queste elezioni ottenendo un grande risultato, dovrebbe ottenere 20 seggi dai collegi plurinominali e altri 42 seggi dai collegi uninominali (62 seggi totali), mentre i cristiano democratici al termine dello spoglio sono accreditati di 19 seggi dai collegi plurinominali e 41 dai collegi uninominali (60 seggi). I collegi uninominali devono però essere assegnati al ballottaggio, nel caso un candidato non superi il 50% dei voti. Il ballottaggio per i seggi non assegnati al primo turno si svolgerà il prossimo 23 ottobre.
I socialdemocratici del premier Butkevičius con il loro 14,5% ottengono 13 seggi dal plurinominale e 21 dai collegi uninominali (34 seggi), e si collocano come terza forma parlamentare. Non è comunque esclusa la formazione di una grande coalizione che comprenda Unione contadini, cristiano democratici e socialdemocratici. Altrimenti, il premierato potrebbe andare al giovane Gabrielius Landsbergis, 34enne leader dei cristiano-democratici, e nipote del padre dell’indipendenza lituana Vytautas Landsbergis.
Più indietro altre forze politiche, fra cui i liberali (ALDE) che ottengono il 9%, e i due partiti che formavano la coalizione di maggioranza coi socialdemocratici: il partito del lavoro (Darbo, ALDE, 4,7% – era al 21% nel 2012) che non supera la soglia di sbarramento del 5% e il partito Ordine e Giustizia [estrema destra, ndr], che supera di poco la soglia con il 5,3%. Anche il partito della minoranza polacca (ECR) passa la soglia con il 5,5%.
Il risultato delle urne in realtà appare piuttosto sorprendente, dato che i sondaggi della vigilia davano i tre partiti principali sostanzialmente alla pari, e anzi sembrava che i socialdemocratici potessero mantenere il primato in termini di maggioranza relativa in parlamento.