Questo è il secondo di una serie di articoli che esplorano le molteplici linee di divisione – politiche, nazionali, identitarie – che possono descrivere il calcio cipriota. La prima parte era dedicata alle divisioni politiche delle squadre greco-cipriote della capitale Nicosia/Lefkoșa, mentre questa seconda parte racconta la storia della divisione politica dell’isola e la conseguente diaspora calcistica.
di Alessandro Mastroluca e Paolo Reineri
La storia di un paese diviso
La divisione dell’isola di Cipro in due amplifica una frattura che risale alla storia millenaria dell’isola, governata da greci, fenici, persiani, romani, arabi, veneziani, turchi (dal 1571) e britannici (dal 1878). Già durante l’amministrazione britannica l’isola è paralizzata da un assetto costituzionale che spartisce su base etnica (tra greci e turchi) le cariche politiche, poste comunque sotto l’egida inglese.
Emerge così tra la componente maggioritaria dei greco-ciprioti l’aspirazione all’enosis (l’unificazione di Cipro alla Grecia), che negli anni’50 del secolo scorso – in coincidenza con un percorso di progressive riforme volto alla definitiva autonomia dalla Gran Bretagna – diviene l’obiettivo politico sia del moderato arcivescovo di Cipro, Makarios III, sia di un movimento nazionalista armato (l’EOKA, Ethniki Organosis Kypriakou Agonos, “Organizzazione Nazionale dei Combattenti Ciprioti”), guidato dal generale greco Georgios Grivas (nome di battaglia Digenis) già protagonista della resistenza in Grecia durante la seconda guerra mondiale.
La questione assume rilevanza internazionale ma le Nazioni Unite temporeggiano. All’enosis si oppone la Turchia e nell’isola si formano i primi gruppi di combattenti turco-ciprioti. La lotta armata si fa cruenta: gli attentati dell’EOKA sono diretti principalmente contro le autorità britanniche, che reagiscono duramente arrestando Makarios e introducendo la legge marziale.
Si giunge quindi a un accomodamento: il trattato di Zurigo e Londra del 1959 getta le basi per la costituzione della Repubblica di Cipro, che diviene stato indipendente nel 1960 (la Gran Bretagna mantiene però la sovranità su due basi militari nell’isola). L’assetto politico è, ancora una volta, di compromesso: presidente è un greco-cipriota (viene eletto Makarios, rientrato a Cipro dopo un periodo di esilio), mentre vicepresidente con diritto di veto è un turco-cipriota, Fazıl Küçük. Le cariche di governo sono suddivise secondo una proporzione del 70% ai greco-ciprioti e del 30% ai turco-ciprioti. Diviso etnicamente è anche il Parlamento del nuovo stato.
Nello stallo politico che ne consegue riaffiorano le tensioni tra i due gruppi etnici, nonché tra Grecia e Turchia. Nel 1964 l’ONU invia una forza militare per il mantenimento della pace, con un mandato semestrale poi sempre rinnovato. Grivas riorganizza gruppi armati (la cosiddetta EOKA-B) contro i turco-ciprioti per ottenere l’agognata enosis. Sotto pressione americana, la giunta militare al potere in Grecia induce Grivas ad abbandonare l’isola. Tuttavia, nel 1971 gli stessi colonnelli greci lo rimandano a Cipro: temono infatti che Makarios, non allineato al blocco occidentale e considerato vicino all’URSS, possa diventare il Fidel Castro del Mediterraneo.
Nel 1974, dopo la morte di Grivas, Nikos Giorgiadis detto Sampson, membro dell’EOKA-B, porta a compimento un colpo di stato ordito dalla Guardia nazionale cipriota (con l’appoggio greco) contro Makarios. Giorgiadis era stato il direttore di Makhi (“Lotta”), primo quotidiano di Famagosta, edito da Savvas Constantopoulos, l’uomo CIA di Atene, a sua volta responsabile in Grecia del giornale filo-regime Elftheros Kosmos (“Mondo libero”).
Il colpo di stato scatena la reazione della Turchia le cui forze armate sbarcano il 20 luglio 1974 nel nord di Cipro e si impossessano del 34% dell’isola (la parte settentrionale) a seguito di una seconda offensiva nel mese di agosto. I turchi scacciano circa duecentomila greco-ciprioti e dichiarano l’area da essi occupata come stato autonomo federale turco-cipriota, mai riconosciuto dalla comunità internazionale. L’autoproclamata – nel 1983 – Repubblica Turca di Cipro del Nord è tuttora riconosciuta dalla sola Turchia: la perdurante occupazione turca del nord di Cipro in violazione delle risoluzioni ONU sarà, negli anni duemila, tra le principali cause ostative all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea.
La diaspora del calcio cipriota
L’invasione turca stravolge anche la geografia del calcio cipriota, già diviso dal 1955 in due campionati “etnici”, uno greco e uno turco, che tuttavia si disputavano entrambi nell’intera isola. Nel 1974, e negli anni a venire, più di una decina di club sono costretti a cambiare città perché rappresentano una comunità greco-cipriota in una città del nord oppure una comunità turco-cipriota in una città del sud. Il primo caso è rappresentato dal PAEKK di Kyrenia, che si sposta a Nicosia, o dalle due squadre di Famagosta, Anorthosis e Nea Salamina, che si trasferiscono a Larnaca. Esempi del secondo caso sono invece il Doğan Türk Birliği e il Türk Ocağı Limassol, che si trasferiscono da Limassol a Kyrenia; l’Ülkü Yurdu Paphos che dall’ovest dell’isola si sposta a Morphou; il Gençler Birliği che da Larnaca si trasferisce in un paese a nord di Famagosta, Trikomo, dove – ironia della sorte – Grivas aveva trascorso la propria infanzia.
La diaspora calcistica mette in moto, anche in campo sportivo, meccanismi di tutela su base etnica. A Cipro Nord, dove l’economia è meno sviluppata, tutte le squadre mantengono uno status dilettantistico e giocano in impianti pubblici. Nella parte greca, la Cyprus Sports Organization aiuta i club “rifugiati”, i primi che hanno potuto disporre di stadi di proprietà.
La più celebre di queste squadre, l’Anorthosis Famagosta – una delle società più ricche, supportata dagli imprenditori del settore alberghiero, assai fiorente prima del 1974 – apre la strada. La città, che si trova a pochi chilometri dal confine, dopo l’invasione del ’74 finisce sotto il controllo turco: l’Anorthosis è costretto a spostarsi a Larnaca, dove nel 1981 costruisce il suo impianto, che intitola a un combattente dell’EOKA, Antonis Papadopoulos.
L’Anorthosis sarà la prima squadra cipriota a qualificarsi per la fase a gironi di Champions League, nel 2008/2009: nelle partite casalinghe del girone, disputate a Nicosia, l’Anorthosis sconfigge il Panathinaikos e pareggia contro Inter e Werder Brema. Il successo più sentito resta tuttavia quello del 2005 nei preliminari di Champions ai danni dei turchi del Trabzonspor: la squadra cipriota, sopravvissuta a un clima infuocato in Turchia, viene accolta trionfalmente al suo ritorno all’aeroporto di Larnaca.
Ad appena un chilometro di distanza dallo stadio Papadopoulos, sempre a Larnaca, sorge nel 1990 lo Stadion Ammokhostos (la denominazione greca di Famagosta) del Nea Salamina. Quattro anni dopo il PAEEK di Kyrenia costruisce la sua nuova casa a Nicosia.
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Foto: Paolo Reineri