RUSSIA: L’estremismo islamico minaccia anche Mosca?

Pochi giorni dopo l’attentato verificatosi a metà agosto presso la stazione di polizia di Balashika, città poco più ad est di Mosca, lo Stato Islamico ha dato comunicazione di essere stato il mandante dell’episodio. Questo evento si va ad aggiungere ai fatti accaduti in Daghestan ad inizio anno e ad una serie di operazioni condotte dalle teste di cuoio sul territorio russo – San Pietroburgo compresa – aventi sempre al proprio centro il terrorismo islamico.

Nonostante i dubbi sulla credibilità delle rivendicazioni e sebbene la Russia non paia essere la principale direttiva delle strategie islamiste, questa serie di fatti fa riflettere sulle possibili conseguenze domestiche che possa avere il coinvolgimento del Cremlino nella guerra in Siria. Entro la più ampia cornice delle attività legate al jihadismo globale, la questione risulta rilevante nella misura in cui la Stato russo presenta un’ampia eterogeneità confessionale e il nord del Caucaso già da tempo ospita focolai terroristici di natura islamica – divenuti recentemente fucine di volontari per il Califfato.

Quali possano essere queste ripercussioni domestiche dell’impegno russo contro lo Stato Islamico non è definito in modo univoco. Alcuni analisti temono che le maggiori conseguenze siano da legarsi al futuro rimpatrio di quei fondamentalisti ora impegnati sui terreni di guerra in Medio Oriente. Sia che vadano a (re)insediarsi in nord Caucaso, sia che si disperdano sul territorio della Federazione, essi potrebbero fungere da catalizzatori di tensioni religiose già esistenti, o crearne di nuove. Questo soprattutto sfruttando il potente elemento emozionale della propaganda di al-Baghdadi.

Dall’altro lato, c’è chi minimizza i rischi interni per la Russia. Capovolgendo la prospettiva precedente, altri commentatori sostengono che le ostilità su ampia scala in Medio Oriente non possano che giovare a Mosca, favorendo il drenaggio di elementi estremistici dai propri confini. Assumendo altresì che gli scontri nell’area non potranno che mietere vittime tra i jihadisti, i numeri del rimpatrio si attesterebbero ad un livello inferiore rispetto a quelli degli espatriati – un trend ancora una volta favorevole alla sicurezza interna russa.

Sembrerebbe invero che il numero dei potenziali terroristi sotto osservazione dei servizi d’ordine del Cremlino stia progressivamente aumentando – il che non avvallerebbe la tesi sopra riportata. E d’altronde gli episodi da noi citati all’inizio farebbero propendere proprio per la tesi opposta. Ciononostante, a livello logico la positiva valutazione delle ricadute domestiche per Mosca della lotta all’ISIS è di per sé coerente, e potenzialmente capace di dimostrarsi valida nel lungo periodo.

Non ci sembra però il caso di dare adito a coloro i quali, con tono certamente provocatorio, sostengono invece che la Russia sia del tutto al sicuro e non debba temere alcunché dalla propria azione in campo, spingendosi anzi fino a dire che di bombardamenti in Siria e dintorni, la Russia, non ne stia proprio effettuando.

Che il Cremlino possa “ricamare” sulle proprie azioni belliche non è del tutto escludibile, essendo la propaganda un’attività che non riconosce tempo e confini. Tuttavia, il dato quantitativo delle bombe sganciate e dei colpi a segno non confuta il dato qualitativo dell’effettivo dispiegamento russo in Siria. Che ad essere colpiti siano uomini dello Stato Islamico, oppositori di Assad, civili o postazioni sguarnite, l’innesco delle dinamiche di risentimento politico-confessionale sarebbe comunque immediato, accompagnato dalla capace retorica islamista. Tanto basta per aumentare il rischio di contraccolpi in termini di sicurezza domestica per la Russia.

Chi è Nicolò Fasola

Nato nel 1993, è dottorando presso il Dipartimento di Studi Politici e Internazionali dell'Università di Birmingham, nel Regno Unito. In passato ha lavorato presso l'Allied Command Operations della NATO (ACO/SHAPE), l'Istituto di Relazioni Internazionali di Praga (IIR) e l'Ambasciata d'Italia in Estonia. Inguaribile poeta.

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