Da TIRANA – Negli stessi giorni in cui il Marocco ha fatto marcia indietro sull’importazione dei rifiuti dall’Italia, in Albania la Commissione parlamentare per le Attività produttive, commercio e ambiente ha riproposto una legge sull’importazione dei rifiuti per “favorire” l’industria locale di riciclaggio. La legge è passata giovedì scorso con i soli 63 voti della maggioranza.
L’opposizione e molti altri deputati hanno lasciato l’aula durante la votazione. Gruppi di ambientalisti e della società civile albanese hanno protestato oggi davanti alla sede del consiglio dei ministri contro l’approvazione dell’importazione dei rifiuti. Migliaia di personne sono scese in strada per dire “No!” all’importazione dei rifiuti da altri paesi.
Il malcontento dell’opinione pubblica sta crescendo. Molti attivisti politici hanno scritto i nomi dei deputati che hanno votato la legge su tutti i cassonetti della spazzatura nel paese.
La raccolta e la gestione dei rifiuti nel paese sono diventate insostenibili. Gli albanesi hanno uno strano rapporto con i rifiuti. Nonostante sia severamente vietato gettare rifiuti nei corsi d’acqua, gli albanesi non solo non rispettano questo divieto ma sono soliti abbandonare molti oggetti d’uso comune sul suolo pubblico. I fiumi e laghi sono pieni di plastica e rifiuti vari. La raccolta differenziata, inoltre, non viene effettuata da nessuno, uffici pubblici inclusi.
L’opposizione di centrodestra, guidata da Luzim Basha, sta esaminando la possibilità di organizzare un referendum contro la normativa approvata con i soli voti della maggioranza di centrosinistra del premier Edi Rama che permette l’importazione dei rifiuti a scopo di riciclaggio.
Nel 2013, il governo appena insediato di Edi Rama, tenendo fede ad una delle promesse elettorali, decise di abrogare in aula la legge che permetteva l’importazione dei rifiuti, approvata dal precedente governo di centrodestra guidato da Sali Berisha.
Secondo il capo dell’esecutivo, adesso però la situazione sarebbe cambiata. Una pioggia di duri attacchi e critiche si è abbattuta contro Rama anche sul suo account Facebook, ricordandogli proprio le promesse di quando era all’opposizione ed il fatto che “il paese deve prima pulire la propria immondizia, e poi pensare ad importare quella altrui”. Il premier si è impegnato di persona a rispondere ai commenti dei suoi critici negli ultimi due giorni.
Non è la prima volta che il premier Edi Rama si trova ad esser contestato sulle questioni ambientali. A pochi mesi dal suo insediamento al governo, infatti, a Tirana scoppiò la protesta contro l’arrivo delle armi chimiche dalla Siria.
I rifiuti sono avvertiti come una problematica urgente da molti paesi, che spesso sono inclini a risolvere la questione spendendo somme significative per scaricare l’onere dello smaltimento verso altri paesi.