Dal 14 al 18 settembre si è tenuto a Pordenone il festival letterario Pordenonelegge. Come ogni anno tra gli autori stranieri invitati hanno presenziato personaggi importanti, rappresentanti di realtà legate all’attualità politica, sociale ed economica mondiale. Per East Journal abbiamo incontrato il filosofo sloveno Slavoj Žižek.
In anteprima nazionale il filosofo sloveno Slavoj Žižek ha presentato al pubblico di Pordenonelegge il suo ultimo lavoro Il contraccolpo assoluto. Žižek si dice preoccupato per la società contemporanea: digitalizzazione e biogenetica sembrano a suo avviso segnalare l’avvento della fine dell’era umana; la loro unione in maniera automatica e inconsapevole può portarci ad un post-umanesimo terribile nel quale l’umanità sarà controllata da macchine, a loro volta governate da pochi eletti, magari geneticamente modificati.
Il genere umano si trova in una profonda crisi: si confondono libertà e non-libertà e si cade nella trappola delle ideologie moderne. Esse convincono la popolazione che nuove libertà (o meglio non-libertà), rappresentate ad esempio dal precariato (si sottolinea la possibilità di poter cambiare facilmente lavoro) o dalla fine del welfare (con i soldi risparmiati su salute e istruzione ci si possono permettere lussi e svaghi), siano in realtà le conquiste del secolo. Allo stesso tempo nei cosiddetti paesi democratici si attua sempre più un capillare controllo subdolo attraverso la tecnologia, i media, i mezzi di comunicazione: se in Cina, propone come esempio Žižek, la gente è cosciente di essere controllata e di non poter esprimersi liberamente, negli Stati Uniti manca la coscienza nelle persone di essere schematicamente controllati e influenzati nelle scelte e nei modi di pensare e agire.
Il capitalismo è arrivato ad un punto critico: non riesce infatti a risolvere antagonismi sostanziali come l’ecologia, l’integrazione, i vari tipi di “apartheid”. Allo stesso tempo, tuttavia, Žižek è scettico verso i movimenti di opposizione, di “sinistra” di oggi, incapaci di proporre una reale alternativa al sistema. Syriza in Grecia è stato, secondo il filosofo, una parabola sul genere di V per Vendetta: il film finisce con la vittoria della rivoluzione, ma “pagherei per vedere un sequel, in cui si veda cosa succede il giorno dopo, come si organizza il nuovo sistema”, ha affermato.