Il 2 ottobre in Ungheria si voterà il discusso referendum sulla ricollocazione dei rifugiati decisa dall’Unione Europea. Se da un lato il governo ha preso una chiara posizione sulla vicenda promuovendo una campagna anti-migranti dai toni aspri e populistici, dall’altro le opposizioni sono incerte. Gli unici ad aver risposto ai manifesti del governo sono stati gli esponenti del Partito del Cane a Due Code (Magyar Kétfarkú Kutya Part – MKKP), che hanno dato il via a una campagna satirica.
Un cane a due code
Il Partito del Cane a Due Code è nato nel 2006 come risposta satirica a una politica ungherese che si prendeva troppo sul serio. Tra le promesse c’erano “Vita eterna! Birra Gratis! Meno tasse!”. Con l’aiuto di comici e giovani artisti l’MKKP ha accresciuto i suoi consensi diversificando slogan, manifestazioni e provocazioni. Oggi la sua pagina Facebook conta quasi 200 mila iscritti.
L’anno scorso grazie a una campagna di crowdfunding che ha portato alla raccolta di 33 milioni di fiorini, l’MKKP è riuscito ad affiggere 1.000 manifesti. Tra i cartelloni si ricordano: “Scusateci per il nostro primo ministro”; “Se vieni in Ungheria devi aspettare che qualcuno esca, per mantenere lo stesso numero di popolazione”; “Sentitevi liberi di venire in Ungheria, noi siamo già in Inghilterra a lavorare!”.
Satira sul referendum
Gergely Kovács, 35enne presidente del partito, ha dichiarato ad EUobserver: “Questo è il più grosso errore del governo. Durante l’ultimo anno e mezzo ha speso i soldi dei contribuenti per incitare all’odio”. Per Kovács “il governo cerca sempre un nemico, che siano le banche, gli omosessuali, Bruxelles, i senzatetto o i consumatori di droga. E’ un peccato creare questo clima tossico nel paese, ha un effetto negativo sulla società. Milioni ora biasimano i migranti online, ma è probabile che nella loro vita abbiano visto più UFO che migranti”.
La campagna dell’MKKP è partita il primo settembre con 500 manifesti e 500 poster più piccoli che fanno eco a quelli del governo. Tra gli slogan si può leggere: “Lo sapevi? C’è la guerra in Siria”; “Lo sapevi? La maggior parte dei reati di corruzione è commessa dai politici”; “Lo sapevi? Le persone non sono stupide”; “Lo sapevi? Cosa?”.
La satira può vincere l’odio?
Kovács critica l’atteggiamento del governo, costantemente orientato alla ricerca di un nemico. Sabrina Ramet, politologa statunitense scriveva nel 1999 sulle pagine di Estrema Destra nell’Europa Centro-Orientale a partire dal 1989: “L’Altro giace nel cuore dell’estrema destra, e per l’estrema destra, che capisce il mondo in termini di lotta, in termini di noi contro loro, l’Altro è trasformato nel Nemico”. Il discorso diventa ancor più rilevante in un’Ungheria che secondo i sondaggi sembra dividersi tra destra ed estrema destra, in un momento in cui Jobbik e Fidesz assumono caratteristiche sempre più simili.
Ciò che si può rimproverare a Kovács è il suo atteggiamento ambiguo riguardo il suo impegno politico. Dichiara di non voler entrare nel dibattito quotidiano della politica, di non volersi opporre al governo, ma ventila l’ipotesi di una candidatura dell’MKKP alle elezioni del 2018. Nei fatti quella del Partito del Cane a Due Code è l’opposizione più forte alla campagna referendaria del governo. Resta da capire una sola cosa, la satira può vincere l’odio? Secondo i sondaggi la risposta è negativa, e la vittoria del governo al referendum del 2 ottobre sembra scontata. Lo sapevi?