POLONIA: Addio libera circolazione. Reintrodotti i visti per i russi di Kaliningrad

Photo by Michal Fludra/NurPhoto via Getty Images

Doveva essere una misura provvisoria dettata dalle circostanze straordinarie, prima il summit NATO poi la Giornata Mondiale della Gioventù, ma la sospensione del local border traffic regime con Kaliningrad continua, a differenza di quanto successo con l’Ucraina. Il governo polacco adduce pretesti di sicurezza senza specificare però il tipo di minacce a cui il paese sarebbe sottoposto. Un passo indietro rispetto al successo conseguito nel 2012 quando Kaliningrad, grazie a un accordo bilaterale tra Russia e Polonia, e alla modifica di un regolamento UE, si avvicinò all’Europa.

Il regime di traffico frontaliero locale, da allora fino a luglio di quest’anno, ha concesso ai cittadini dell’enclave russa e a gran parte dei polacchi residenti nei voivodati della Pomerania e della Varmia-Masuria il diritto di  attraversare i rispettivi confini senza la necessità del visto. Un traguardo, come lo ha definito il sindaco di Danzica Pawel Adamowicz, che ha favorito la cooperazione culturale e scientifica, il turismo e il commercio, e soprattutto il contatto con una regione appartenente al temuto vicino. E se la diffidenza verso la Russia può essere giustificabile per ben note vicende storiche, a Varsavia vince ancora una volta il populismo, il pregiudizio politico e l’incapacità di comprendere che i reciproci contatti sono in realtà l’ago per ricucire profonde ferite. Ma per il partito di governo Diritto e Giustizia, paladino del vittimismo e del complottismo, il dialogo e la lucidità non sono mai importati, come dimostra la vicenda del Museo sulla Seconda Guerra Mondiale nella vicina Danzica.

A dir la verità forse non importa nemmeno il lato economico. Il vice-ministro dell’Interno, Jakub Skiba, afferma che la reintroduzione dei controlli andrà a beneficio della casse statali, ma in realtà i benefici economici della libera circolazione senza visti erano reciproci. Se è vero che i polacchi nei dintorni facevano il pieno in Russia spendendo la metà, anche i cittadini dell’enclave hanno beneficiato dei convenienti prezzi polacchi (UE) dei beni al consumo. Così, mentre il governo è convinto che il regime visa-free abbia comportato la perdita di 17 milioni di euro nel primo quadrimestre del 2016, dall’opposizione Adamowicz di Piattaforma Civica afferma che le restrizioni bruceranno circa 75 milioni di euro all’anno, e dello stesso parere sono gli imprenditori e i commercianti coinvolti. Specie a Kaliningrad che, dipendendo molto dalle importazioni, subisce non solo gli effetti della crisi economica russa ma anche quelli delle sanzioni imposte dalla madrepatria contro i prodotti UE.

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Chi è Paola Di Marzo

Nata nel 1989 in Sicilia, ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso la Facoltà "R. Ruffilli" di Forlì. Si è appassionata alla Polonia dopo un soggiorno di studio a Varsavia ma guarda con interesse all'intera area del Visegrád. Per East Journal scrive di argomenti polacchi.

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