Questo settembre sarà uno dei mesi più intensi sul fronte della riunificazione di Cipro. Un calendario ricco di appuntamenti che avrà come punto di arrivo un’assemblea prevista a New York entro la fine del mese. Tra mercoledì 31 agosto e mercoledì 14 settembre il presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Anastasiades, e quello della Repubblica Turca di Cipro del Nord (riconosciuta solo dalla Turchia), Mustafa Akinci, si incontreranno in cinque occasioni per discutere i punti fondamentali dei negoziati per la riunificazione dell’isola.
I tempi per affrontare la questione sembravano già maturi. Ma dopo il fallito colpo di stato in Turchia dello scorso 15 luglio, le due amministrazioni dell’isola hanno accelerato il processo che dovrebbe portare a un accordo, e successivamente a un referendum da sottoporre alle due comunità, per superare una frattura che Cipro si porta dietro dal 1974, anno dell’occupazione militare turca nella parte settentrionale dell’isola in seguito al tentato colpo di stato greco-cipriota.
Ma proprio sulla presenza militare turca si gioca una partita fondamentale per il buon esito dei negoziati per la riunificazione di Cipro. Sull’isola sono presenti circa 35.000 soldati turchi, e per il governo cipriota il ritiro totale delle truppe di Ankara rappresenta una condizione imprescindibile per arrivare a un accordo. Il fallito golpe turco potrebbe aver aperto uno spiraglio in questa direzione. Il governo di Erdogan non si è ancora espresso sulla possibile presenza di alcuni golpisti tra i militari stanziati a Cipro ed è molto probabile che alcuni siano coinvolti nelle epurazioni disposte da Ankara.
La riorganizzazione delle forze armate in questo momento rappresenta un punto cruciale per la Turchia. E il primo ministro turco Binali Yildirim sostiene in modo convinto il processo di riunificazione di Cipro e la formazione di un’amministrazione federale, anche se parla dei negoziati in corso come “un’ultima occasione per i greco-ciprioti”.
Un altro tema dei negoziati sarà quello delle ricerche di idrocarburi nel Mediterraneo da parte della Repubblica di Cipro, che da cinque anni ha affidato le ricerche del gas naturale nelle acque della propria Zona Economica Esclusiva alla compagnia energetica americano-israeliana Noble Energy. Una concessione ampiamente criticata dalla Turchia, ma su cui il presidente della Repubblica Turca di Cipro del Nord, Mustafa Akinci, ha mostrato un atteggiamento più morbido dopo la ripresa dei rapporti tra Turchia e Israele. “Sono state create delle ‘dinamiche energetiche’ nella zona – ha detto – e le nuove relazioni tra Turchia e Israele potrebbero portare fuori i greco-ciprioti da questa equazione”.
Presenza militare e idrocarburi, ma anche garanzie per la popolazione turca a Cipro: questi i principali argomenti dei negoziati che dovrebbero portare a un incontro preliminare con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, prima dell’appuntamento di New York, dove si terrà l’incontro con i rappresentanti della Repubblica di Cipro e della Repubblica Turca di Cipro del Nord. Al tavolo dovrebbero sedersi anche Grecia, Turchia e Gran Bretagna, “potenze protettrici” dell’isola secondo la Costituzione cipriota del 1960.