lettonia

L’incredibile agosto del 1991: i paesi baltici si riprendono la libertà

Furono giornate, ore drammatiche, in cui in particolare i popoli baltici, lettoni, lituani, estoni, passarono dalla paura più grande, quella di una restaurazione della repressione sovietica e la fine della perestrojka gorbacioviana, col putsch guidato dai vetero comunisti, alla conquista dell’indipendenza de facto, il 21 agosto del 1991. Ripercorriamo a 25 anni di distanza la cronaca di quei giorni e di quelle ore, che ridisegnarono la mappa dell’Europa orientale e resero la libertà alla Lettonia.

19 agosto 1991

Nella notte in Unione Sovietica il colpo di stato, con il sequestro di Gorbaciov e della moglie e il tentativo di riportare l’Urss indietro negli anni, prima della perestrojka e stringere di nuovo sotto un rigido controllo anche le repubbliche della Federazione.

In Lettonia la notizia del colpo di stato è accolta con grande preoccupazione. Il parlamento lettone aveva votato nel maggio 1990 una dichiarazione di ripristino de jure dell’indipendenza del 1918, e il Tautas Fronte (il fronte popolare di liberazione) lottava da anni ormai per cercare di staccare la repubblica lettone dall’Urss. Il colpo di stato in Russia poteva seriamente minacciare il processo di liberazione dei popoli baltici e scatenare un altro bagno di sangue, simile a quelli avvenuti decenni prima in Ungheria e Cecoslovacchia.

Alle 11 del mattino in una conferenza stampa il leader dei comunisti lettoni dichiara il suo appoggio al colpo di stato contro Gorbaciov. Alle ore 12 a Riga si riunisce in sede plenaria il parlamento lettone (Soviet supremo lettone), che allora aveva una maggioranza di deputati che sostenevano il Tautas fronte, il fronte di liberazione popolare.

Gorbunovs, il presidente del parlamento pro indipendenza, scortato

Gorbunovs, il presidente del parlamento pro indipendenza, scortato

Il comandante militare del distretto baltico, Kuzmin, informa il presidente del parlamento lettone Gorbunovs di aver ricevuto ordine di organizzare una forza di emergenza nazionale nei baltici. Il presidio del Soviet lettone e il governo lettone denunciano come illegale la formazione di un comitato di emergenza nazionale, senza poteri in territorio lettone, e invita la popolazione a non collaborare con questo comitato.

Il capogruppo parlamentare del Tautas Fronte, A. Krastiņš, chiede al parlamento di dichiarare l’immediata indipendenza del paese e sospendere il periodo transitorio. Nel frattempo il Tautas Fronte mette in allerta le proprie struture sul territorio lettone e all’estero, per prepararsi all’ora X, secondo il programma operativo già studiato per un’evenienza del genere.

Fin da gennaio fra l’altro era stato predisposto un sistema di telecomunicazioni che potesse trasmettere da Valmiera (attraverso un collegamento da uno studio tenuto segreto a Salaspils) le trasmissioni radiofoniche e televisive pubbliche lettoni, nel caso che forze sovietiche avessero occupato le stazioni centrali di radio e televisione.

Alle 18 anche il LNNK (Latvijas Nacionālās Neatkarības Kustība, il Movimento d’indipendenza nazionale lettone) chiede ai propri deputati di dichiarare l’indipendenza della Lettonia.

I mezzi corrazzati degli Omon in Vecrīga

I mezzi corrazzati degli Omon in Vecrīga

Alle ore 19.15 gli OMON, le forze speciali sovietiche, occupano il primo piano del centro televisivo lettone. Alle ore 19.30 la conduttrice del telegiornale Velta Puriņa annuncia drammaticamente in diretta: “Stanno arrivando e adesso chiuderanno le trasmissioni…”

Alle 20.30 inizia a Riga un massiccio attacco degli OMON, che occupano le sedi del ministero della giustizia e del ministero degli interni, la base del primo battaglione di polizia della capitale, invadono e demoliscono alcuni uffici del Tautas Fronte, e sparano ad un autista del ministero degli interni, Jānis Salmiņš.
Alle 22.30 inizia a trasmettere Latgales TV.

20 agosto 1991

Alle 4.30 dell’alba gli OMON occupano la centrale telefonica internazionale in Dzirnavu iela e la stazione telegrafica di Brīvības iela. Tutte le sedi occupate dagli OMON sono prese in consegna dai soldati sovietici di stanza in Lettonia. Alle 5 del mattino inizia a trasmettere la radio illegale delle forze di liberazione lettoni. Gli OMON negli stessi minuti occupano la sede della Radio lettone, in Doma laukums.

Il parlamento lettone decreta lo stato di sciopero generale per il giorno dopo, 21 agosto, e dichiara solidarietà agli altri popoli delle repubbliche sovietiche contrarie al putsch, a partire dalla repubblica russa, guidata da Boris Eltsin. Il parlamento estone dichiara lo stato di indipendenza dell’Estonia.

Continuano in Lettonia gli attacchi degli OMON contro i centri istituzionali e di polizia lettoni. Alle 23.50 forze armate sovietiche disarmano le guardie assegnate alla difesa del parlamento lettone, che resta convocato in seduta permanente.

A Mosca annuncio di Eltsin: “Abbiamo a che fare con un colpo di stato anticostituzionale, reazionario di destra..” Il presidente americano Bush interrompe le proprie vacanze e torna alla Casa Bianca e definisce il colpo di stato contro Gorbaciov come anticostituzionale.

21 agosto 1991

Alle 13 quattro mezzi corazzati degli OMON irrompono in Doma laukums, in pieno centro di Riga vecchia, di fronte alla sede della Radio lettone, a pochi metri dal parlamento lettone.

Nelle stesse ore il parlamento lettone adotta l’atto costituzionale per lo status di indipendenza della Lettonia (“Par Latvijas Republikas statusu“), concludendo di fatto il periodo di transizione instaurato dalla dichiarazione di ripristino de jure dell’indipendenza adottato nel maggio del 1990. E’ la dichiarazione della restaurazione de facto dell’indipendenza della repubblica lettone.

I deputati distribuiscono alla gente l'atto costituzionale della Lettonia indipendente

I deputati distribuiscono alla gente l’atto costituzionale della Lettonia indipendente

Alle 14.10 i mezzi corrazzati degli OMON abbandonano Doma laukums. La Federazione russa riconosce l’indipendenza dell’Estonia. Il ministro degli esteri della Federazione russa Andrej Kozirev invita gli altri paesi internazionali a riconoscere l’indipendenza dei paesi baltici.

Alle 19.30 il ministero degli interni sovietico ordina agli OMON di non lasciare la base di Vecmīlgrāvis. Le forze armate sovietiche abbandonano la sede della televisione lettone. La gente riunita di fronte alla sede della Radio lettone canta “Ve ne dovete andare” ai soldati dell’esercito sovietico.

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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