Dopo la distruzione avvenuta nel 934 a opera dei saraceni d’Africa, la città di Genova si affermò come una delle potenze marinare, in concorrenza con Venezia, Pisa e Amalfi. Dotata di un particolare sistema di governo per l’epoca, la repubblica, Genova si prodigò nel creare numerose colonie all’estero utili come punti di approdo per gli scambi commerciali. La Repubblica marinara di Genova, ricordata come la Superba o la Dominante dei mari si espanse dapprima nel nord Africa, per poi identificare il Levante e il Mar Nero come nuovi punti d’approdo. L’approdo della marina genovese nel Mar Nero si avrà soltanto nel 1261 quando venne stipulato il trattato di Nicea, dove l’Imperatore di Nicea consentiva l’ingresso dei genovesi nel Mar Nero a seguito della conquista di Costantinopoli da parte dei greci, che avverrà il 25 luglio 1261.
Proprio in quest’ultima area le colonie genovesi fiorirono numerose, di cui ancora oggi è possibile notare i resti. Tra i tanti possedimenti si ricordano certamente Vosporo, oggi chiamata Kerč, o Caffa, oggi conosciuta come Feodosia e fondata dai genovesi tra il 1270 e il 1275. Colonie della “Superba” erano anche Caulita, passata alla storia come Yalta e sede della conferenza interalleata durante la seconda guerra mondiale che cambiò i destini del mondo post-bellico, e Cherson, meglio conosciuta attualmente come Sebastopoli. La stessa Odessa, la cui comunità italiana fu al centro della vita politica e sociale della città, fu in piccola parte fondata anche dagli stessi genovesi: a partire da XIII secolo la flotta della Superba faceva attraccare le proprie navi nell’attuale distretto di Luzanivka, a Odessa.
I genovesi istituirono anche contatti commerciali con l’Orda d’Oro grazie al controllo della città di Tara, alla foce del Don, a circa 30 chilometri dall’attuale città russa di Rostov. Nel Caucaso la marina della “Superba” si estese fino a Bata, l’attuale Novorossijsk, e Casto, corrispondente al distretto di Chosta a Soči. Nella repubblica de facto d’Abcasia, la repubblica marinara di Genova si stabilizzò nelle colonie di Pezonda, oggi Pitsunda, Cavo di Buxo, conosciuta come Gudauta, Nicoxia oggi conosciuta come Sukhumi e capitale della stessa Repubblica d’Abcasia e, in Georgia, Lo Vati o Lo Bati, l’odierna Batumi.
La politica estera genovese cercava di proiettare delle teste di ponte in tutti i territori strategici per il commercio. La colonizzazione della Crimea ebbe tuttavia un percorso diverso. Dovendo limitare il potere del principato di Teodoro, nato nel 1204 durante la quarta crociata, i genovesi si insediarono in città confinanti con lo stesso principato come Cembalo (Balaklava), Caulita (Yalta), Caffa (Feodosia) Lusta (Alušta) e Soldava (Sudak). A nord della penisola si estendeva invece il Khanato dell’Orda d’Oro, i cui rapporti furono segnati dal conflitto e da una profonda diplomazia. Nel 1298 l’emiro Nogai devastò Caffa, che nel 1307 venne abbandonata dai genovesi. Il primo rapporto diplomatico tra l’Orda d’Oro e Genova si ebbe nel 1312, quando il khan Özbek diede il suo permesso ai genovesi di ricostruire la città e d’insediarsi nuovamente a Caffa.
Tra il 1343 e il 1344, tuttavia, Caffa venne messa nuovamente sotto assedio e soltanto nel 1381 venne firmato un trattato di pace tra i cittadini di Caffa e il khan Toqtamish, nel quale si stabiliva il rapporto di amicizia che intercorreva tra le due potenze. Il trattato venne siglato in una lingua molto simile all’attuale dialetto genovese, mantenutosi quasi intatto nel tempo. Nel trattato viene infatti scritto che: “tutti li mercanti chi van e végnen in sce lo terren de lo Imperao seran seguri, e a quelli usanse neuve no se farà” (tutti i mercanti che vanno e vengono nei territori dell’Impero saranno al sicuro, e quelli non assumeranno usanze nuove) e che “a lo sò amigo amixi seran, de lo sò inimigo inimixi seran” (del loro amico amici saranno, del loro nemico nemici saranno).
L’arrivo dell’Impero ottomano e la contestuale decadenza della Repubblica marinara di Genova sancirono la fine della presenza genovese non solo nel Mar Nero, ma in tutti i possedimenti coloniali. La marina genovese, tuttavia, tenne alto il suo prestigio anche in seguito e prese parte a numerose imprese dal grande valore storico grazie, soprattutto, a due personaggi: Andrea Doria e Cristoforo Colombo.