Gli Uzbeki sono un popolo di stirpe turca, che ha abitato le steppe dell’Asia centrale fin dall’origine dei tempi. Nonostante la loro lunga presenza, per molto tempo gli Uzbeki sono stati lontani dal palcoscenico della Storia, rivestendo ruoli secondari nei numerosi imperi turco-persiani che si sono succeduti nel dominio dell’Asia centrale. Fu solo nel XV secolo che gli Uzbeki iniziarono a costituirsi come un’entità definita, principalmente grazie all’opera di Abu’l-Khayr Khan, discendente, come Tamerlano, da Gengis Khan, che iniziò a radunare sotto le sue bandiere le varie tribù uzbeke, fondando la dinastia degli Shaybanidi. Questa nuova stirpe divenne sempre più potente e toccò il suo apogeo grazie a Muhammad Shaybani Khan, che iniziò la sua carriera come comandante militare al soldo dei Timuridi. L’astuto generale, sfruttando il vuoto geopolitico causato dal disfacimento del dominio degli eredi di Tamerlano, lanciò una campagna militare per la conquista della Transoxiana. La sua opera di invasione si rivelò abbastanza semplice, con l’eccezione della conquista di Samarcanda, per il possesso della quale Muhammad Shaybani Khan dovette scontrarsi in più occasioni contro un altro discendente di Gengis Khan, Babur, futuro imperatore dell’India, che allora era governatore della Valle di Fergana, situata come la Transoxiana nell’odierno Uzbekistan. Dopo ben tre battaglie tuttavia la città cadde sotto il dominio uzbeko, e grazie a ciò il Khan poté consolidare il proprio potere e fondare, nel 1500, il Khanato di Bukhara, che prese per capitale l’omonima città. Il regno seppe resistere anche alla morte del suo fondatore, avvenuta nel corso di una battaglia contro i Persiani, e per secoli costituì una delle principali potenze dell’Asia centrale. Un decennio dopo, nel 1511, un ramo della dinastia Shaybanide fondò un secondo regno, il Khanato di Khiva, che si estendeva dall’attuale Turkmenistan fino al Lago d’Aral. Nonostante la perdita d’importanza del commercio lungo la Via della Seta, che ormai era stata soppiantata dai traffici oceanici, i due Khanati riuscirono comunque a prosperare grazie alla vendita di schiavi, principalmente persiani.
Se agli inizi del XVI secolo, dunque, l’area meridionale dell’Asia centrale appariva stabilmente controllata dai due regni uzbeki, ben diversa era invece la situazione dell’area settentrionale. In quei territori infatti l’Orda d’Oro aveva iniziato già nel XV secolo a disintegrarsi sotto il peso delle spinte centrifughe e della lotta contro il nascente stato russo a nord, ed aveva finito per dividersi in una serie di khanati, due dei quali andarono ad occupare i territori corrispondenti all’odierno Kazakistan. Questi erano il Khanato Nogai, con capitale Sarai-Yük, ed il Khanato Kazako, con capitale Turkistan. Entrambi i regni erano delle confederazioni di vari popoli turchi e mongoli, e per entrambi la principale fonte di reddito consisteva nel rapimento di abitanti russi, ucraini e polacchi, venduti successivamente come schiavi nei mercati della Crimea o dell’Asia centrale. Dei due, il Khanato Nogai fu il primo a soccombere sotto gli attacchi russi, nonostante una serie di grandi successi, quali per esempio la distruzione di Mosca nel 1571, e già nel 1634 perse la propria indipendenza. Al contrario, il Khanato Kazako si mostrò ben più resistente ed in più occasioni sconfisse non solo gli eserciti russi, ma anche gli eserciti del regno di Bukhara, suo acerrimo nemico. Durante il XVII secolo tuttavia anche questo khanato entrò in crisi, pressato a nord dai Russi ed ad est da un nuovo stato mongolo, il Khanato degli Zungari, esteso fino alla Grande Muraglia Cinese, e squassato al proprio interno dalle lotte dalle tre principali confederazioni tribali, o Jüz, che componevano il Khanato.
Nonostante la loro ricchezza, questi khanati non erano altro che gli ultimi eredi dei grandi imperi nomadici che per secoli avevano dominato le steppe e le floride città eurasiatiche. Da lì a poco infatti, l’area conobbe un ennesimo mutamento negli equilibri di potenza, che portò i popoli turchi e mongoli a perdere il loro tradizionale ruolo di comando in favore ad un nuovo popolo di dominatori, i Russi.
Umberto Guzzardi