L’EPOPEA DELL’ASIA CENTRALE: Gli imperi turchi

I Turchi compaiono per la prima volta nella storia attorno al VI secolo D.C. come una piccola confederazione tribale nomade che viveva nella Mongolia settentrionale, al ridosso dell’impero cinese. Le origini di questo popolo sono molto più antiche, e anche molto confuse. Secondo alcuni studiosi, i Turchi discendevano dai Mongoli, con cui condividevano moltissimi tratti mentre per altri erano di origini iraniane. Secondo la loro mitologia, invece, i Turchi, e soprattutto il loro clan dominante, gli Ashina, erano di discendenza semi-divina, essendo stati concepiti da una grande lupa grigia. In virtù di questa origine divina, i Turchi si sentivano destinati a regnare sopra un grande impero, e la Storia non tardò a concretizzare le loro ambizioni. Infatti, dopo essere stati vassalli del Khanato Ruoran, uno stato proto-mongolo, i Turchi nel 552 DC rovesciarono i loro antichi padroni e stabilirono il Khanato Turco, un vasto regno, che si estendeva dal Lago d’Aral fino alla Mongolia. Fin dall’inizio, lo Stato non si dimostrò molto solido, tanto che il regno degli Ashina, che si definivano anche Gök Türk, ovvero “Turchi Celesti”, cadde preda di guerre civili e secessioni, fino ad essere eliminato nel 744 DC da un altro Khanato turco, quello degli Uiguri. Tuttavia, nonostante la sua breve esistenza, il khanato turco aveva trasformato l’Asia centrale in una regione turca, caratteristica che si può riscontrare ancora oggigiorno.

Intanto, a Sud dei loro confini, i Turchi avevano assistito al crollo dello stato sasanide ed all’instaurarsi del grande califfato arabo. Questo nuovo impero ebbe sui popoli turchi una serie di importantissimi eventi. In primis, l’influenza araba portò la maggior parte dei Turchi ad abbandonare il paganesimo per convertirsi all’Islam sunnita. In secondo luogo, i Turchi iniziarono a militare nei ranghi degli arabi in qualità di mercenari, e la loro abilità bellica li portò a salire rapidamente nei ranghi militari. Grazie a queste abilità ed al debole controllo esercitato dal califfo arabo sul suo sterminato impero, i Turchi iniziarono a ritagliarsi dei piccoli potentati locali, che man mano divennero sempre più estesi e potenti, al punto da ridurre lo stesso califfo al ruolo di vassallo. In questo periodo di registrano una lunga serie di vari khanati ed imperi, che conobbero rapide e sfolgoranti ascese per poi semplicemente sparire dalla storia. In questo scenario, la parte settentrionale e meridionale dell’Asia centrale continuavano a seguire direzioni differenti, pur venendo a volte unificate in un unico regno. Le steppe settentrionali infatti continuarono ad essere soggette a regni vasti ma deboli, il cui potere si rivelava immancabilmente effimero: tra questi si possono ricordare il Khanato Kimek, il Khanato Karakhanide, che giunse a conquistare ampie parti dell’Asia centrale meridionale tra cui la città di Samarcanda, ed infine la Cumania, una confederazione formata dalle tribù turche dei Cumani e dei Kipĉaki.

La parte meridionale dell’Asia centrale invece divene parte dei territori di una serie di imperi retti da dinastie turche ma pesantemente influenzate da elementi culturali persiani. In questo scenario, le antiche città commerciali dell’Asia centrale accrebbero grandemente la loro importanza, ed alcune di esse diventarono anche le capitali di questi nuovi regni. Tra questi imperi si possono citare l’Impero Samanide, che ebbe per capitale prima Samarcanda e poi Bukhara, e l’Impero Ghaznavide, che si espanse fino all’India.

Nel 1037, l’intera area venne conquistata dai Selgiuchidi, una tribù turca originaria della zona del Lago d’Aral, che in pochi anni costituì un impero che si estendeva dall’Asia centrale all’Anatolia. Dopo settant’anni però l’impero iniziò a sfaldarsi rapidamente, e sulle sue ceneri sorse un nuovo Stato turco-persiano, l’Impero Corasmio, che aveva come capitale la città di Samarcanda. Le gradi steppe del Nord vennero invece occupate dall’Impero dei Kara Khitay, un popolo mongolo di cultura cinese.

Questo lungo periodo di sconvolgimenti e militari ebbe effetti deleteri sulla Via della Seta, il quale peraltro subiva la concorrenza spietata di Baghdad, diventata il principale snodo commerciale dell’intera area. Come conseguenza, il commercio in Asia centrale decadde rapidamente.

Infine, l’intera Asia centrale con tutti i suoi equilibri tra tribù turche ed élite persianizzanti venne sconvolto nel 1216, quando l’area sperimentò una nuova grade invasione di popoli nomadi, guidata dai Mongoli di Gengis Khan.

Umberto Guzzardi

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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