ESTONIA: la minoranza russa celebra la giornata della vittoria

Nella giornata di lunedì 9 maggio si è svolta nel cimitero militare di Tallinn (Tallinna Kaitseväe kalmistu) la tradizionale cerimonia per commemorare la “Giornata della vittoria”, cioè la capitolazione definitiva della Germania nazista. Una celebrazione che, sebbene non sia considerata come festa nazionale in Estonia, viene comunque festeggiata in maniera sentita da buona parte della comunità russa presente nel paese. Centinaia di persone si sono radunate sia per celebrare i parenti e i caduti in generale durante la guerra contro le forze di Hitler sul fronte orientale tra il 1941 e il 1945, sia per deporre fiori e corone ai piedi del “Soldato di bronzo”, statua eretta nel 1947 per commemorare l’entrata dell’Armata Rossa nella capitale estone. Non è mancata nemmeno l’antica tradizione russa di organizzare picnic tra le pietre tombali per commemorare i defunti, oltre ai numerosi nastri di colore arancio-nero, celebranti San Giorgio, e bandiere russe e dell’ex Unione Sovietica. Ai piedi del monumento era presente anche un servizio di guardia, con giovani vestiti con le uniformi dell’esercito e della marina militare dell’ex URSS che si prestavano il cambio.

Per la società estone le celebrazioni del 9 maggio rappresentano un momento in cui emergono tensioni e contraddizioni circa l’eredità lasciata dalla fine del secondo conflitto mondiale: se molti all’interno della minoranza di lingua russa considerano i caduti dell’Armata Rossa come liberatori dalla tirannide crudele dell’occupazione nazista, per la società e la politica estone questo giorno è sempre stato considerato in maniera nefasta come l’inizio della quarantennale dominazione comunista, con le conseguenti politiche di deportazione e russificazione forzata volute da Stalin e dalla classe dirigente del PCUS al fine di sradicare la cultura nazionale e qualsiasi velleità indipendentista.

Le celebrazioni hanno visto anche un buon dispiegamento di forze di polizia, visto la presenza all’interno della cerimonia di commemorazione del movimento Narochnoy Dozor, il quale raggruppa gruppi di attivisti per i diritti civili della minoranza russa in Estonia. Il gruppo, accusato a più riprese dai veri esecutivi di essere finanziato direttamente dal Cremlino, è guidato da Dmitri Linter, già balzato agli onori della cronaca per essere stato arrestato dalle autorità giudiziarie con l’accusa di istigazione a delinquere, a seguito degli scontri che coinvolsero estremisti russi ed estoni, oltre alle forze di polizia, durante l’aprile 2007, contro la rimozione della Statua dalla sua locazione originaria, vicino alla biblioteca nazionale (Eeesti Rahvusraamatukogu). Narochnoy Dozor ha provveduto all’organizzazione anche della cosiddetta “Marcia del reggimento immortale”: nata in Russia proprio in parallelo alla tradizionale parata militare, e poi presa ad esempio da comunità russe residenti all’estero, vede la sfilata dei partecipanti con in mano fotografie di parenti che hanno servito nell’esercito sovietico durante il conflitto. Inizialmente la municipalità di Tallinn aveva negato il permesso, adducendo al fatto che il tragitto proposto, cioè dall’autostazione delle corriere fino al cimitero, lungo Filtri tee, avrebbe potuto creare seri problemi alla circolazione del traffico. Ciò nonostante, il corteo si è tenuto ugualmente verso sera nello stesso tragitto originale, scortato dagli agenti della polizia.

Nei giorni precedenti, probabilmente dovuto proprio alla partecipazione di Linter e dello zoccolo duro dell’attivismo filo-russo presente nel paese baltico, il responsabile del comitato di difesa nazionale, Marko Mihkelson, aveva definito la giornata del 9 maggio come un test importante per gli apparati di sicurezza. Fortunatamente, non si sono registrati incidenti, facendo tirare un sospiro di sollievo ad un’opinione pubblica fortemente preoccupata per eventuali atti provocatori. . Su un evento così complesso si è espresso, attraverso un editoriale di Ivan Makharov, voce principale di Raadio-4, canale in lingua russa dell’emittente nazionale ERR, riguardo alla necessità di operare un netto distinguo tra quello che rappresenta un momento importante nella vita di molte persone, e le macchinazioni operate da molti strumenti di propaganda per strumentalizzare l’evento a favore, in special modo, dell’attuale classe dirigente della Federazione russa.

Chi è Mattia Temporin

Nato a Rovigo, adottato da Bologna, ho conseguito la laurea triennale in Scienze storiche e quella magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Alma Mater Studiorum. Ho vissuto 9 mesi a Tallinn, dove ho svolto lo SVE ( Servizio volontario europeo) in un Istituto comprensivo per bambini di lingua russa. Tra le altre esperienze all'estero, non posso dimenticare il mio soggiorno a Wroclaw, in Polonia, di 5 mesi. Attualmente vivo e lavoro a Vilnius.

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