Il 5 marzo Šarūnas Jasikevičius ha compiuto quarant’anni. Ritiratosi nella stagione 2013/14 questo straordinario playmaker ha indelebilmente segnato gli anni del basket europeo a cavallo tra il 2000 e il 2010, tanto da essere uno dei soli tre giocatori a cui è dedicata un’intera sala riunioni presso la sede dell’Eurolega a Barcellona.
Nato nel 1976 a Kaunas e dunque nella Lituania che al tempo faceva parte dell’URSS, visse anche il lento e difficile distacco della propria nazione dal colosso sovietico. La sua prima esperienza all’estero fu proprio nel paese che politicamente era più inviso all’Unione Sovietica, ovvero gli USA. Jasikevičius spese infatti i propri anni da liceale alla Solanco High School, in Pennsylvania. Successivamente frequentò anche l’Università del Maryland dove giocò nella rappresentativa di pallacanestro. I primi due anni lo videro poco in campo, mentre quelli da Junior e Senior – complici i miglioramenti ottenuti – furono molto più soddisfacenti e concluse entrambe le annate con 13 punti e 4 assist a partita. Dichiaratosi per il Draft NBA 1998, non venne chiamato da nessuna franchigia NBA e decise di tornare in Europa, in patria a Vilnius, la capitale.
L’anno al Lietuvos rytas è decisamente positivo e lo vede segnare 18 punti a partita e smazzare 5.4 assist di media, finendo così all’attenzione dell’Olimpija Lubiana, che lo ingaggia per la stagione successiva. Con gli sloveni vince il campionato nonostante le sue cifre si abbassino sensibilmente, ma questo non scoraggia il Barcellona che lo vuole nel suo roster. In Spagna Jasikevičius può finalmente placare la propria sete di vittorie – non a caso la sua autobiografia recente uscita si intitola Vincere non basta – e nei tre anni spesi con i blaugrana conquista due Coppe di Spagna, due campionati e soprattutto l’Eurolega 2003. L’estate dello stesso anno vince l’oro europeo con la Lituania.
L’anno dopo cambia nuovamente nazione e approda in Israele, al Maccabi. Qui vince due campionati israeliani, due Coppe d’Israele e rivince l’Eurolega per due volte consecutive (nel 2004 e nel 2005, in tutto tre titoli di campione europeo in fila per lui). Il tutto da assoluto protagonista con oltre 16 punti e 5 assist di media. Il che gli valse l’attenzione di svariate squadre NBA e la piena libertà di scelta vista la scadenza del contratto proprio nell’estate 2005. Dopo lunghe decisioni decide di accettare l’offerta degli Indiana Pacers, soprattutto per il valore della squadra e per le lusinghe di una grande leggenda come Larry Bird, GM della franchigia dell’Indiana.
Šarūnas quell’estate prepara il trasferimento a Indianapolis (dove avrebbe giocato con il numero 3 in onore di Dražen Petrović, sua ispirazione) e, convinto di avere un posto assicurato in squadra grazie alla fama europea, commette il peggior errore della propria carriera: non si allena per quasi tutta l’estate. Questo, unito alla scarsa capacità di adattarsi al mondo NBA (e alle stranezze di una squadra composta da giocatori molto sopra le righe come Metta World Peace, al tempo Ron Artest) non gli consentono di rendere al massimo. Viene scambiato ai Golden State Warriors all’inizio della stagione successiva ma qui passa dalla padella alla brace: Don Nelson, il suo nuovo coach, nemmeno ha idea di chi sia e la prima domanda che gli pone è: «Che tipo di giocatore sei?». La cosa sarebbe meno strana se il figlio di Nelson non fosse stato assistente allenatore della nazionale Lituana per circa quattordici anni. Di lì a breve la carriera NBA del lituano si conclude con la decisione di ritornare in Europa, stavolta al Panathinaikos.
In Grecia ritrova la condizione fisica, la felicità e la vittoria salendo per la quarta volta sul trono europeo al termine dell’Eurolega 2008/2009. Le due annate successive sono sfortunate e gioca poche partite a causa di tanti infortuni. Spende le ultime tre stagioni tra Panathinaikos, Barcellona e Kaunas prima di ritirarsi e iniziare una carriera da coach. Attualmente allena proprio lo Žalgiris con cui tenterà, come suo consueto, di vincere tutto il possibile.
Foto: Augustas Didžgalvis