Il 24 febbraio, durante le celebrazioni per il 98° anniversario dell’indipendenza dell’Estonia, l’agenzia di notizie russa “Sputnik News” ha deciso di aprire la sua prima piattaforma nel Paese, con un servizio offerto sia in lingua russa che in lingua estone. Comprendendo anche il servizio radiofonico, Sputnik News, operante in circa 130 città in 34 paesi del mondo, attraverso notizie date in 30 differenti lingue, è un’altra creatura nata dagli ingenti finanziamenti del governo russo per offrire un servizio di informazione alternativo ai mass media occidentali, offrendo un “punto di vista” della situazione politica, economica e culturale mondiale secondo il “verbo” ufficiale del Cremlino. L’agenzia, creata nel novembre 2014 sull’onda lunga del conflitto nell’Ucraina orientale, entra ufficialmente nella scena estone, rappresentando un ulteriore tassello da parte di Vladimir Putin di allargare i nuovi strumenti della propaganda governativa in ottica internazionale, specialmente all’interno delle ex repubbliche sovietiche, sfidando sullo stesso terreno quella che viene definita “l’aggressiva propaganda filo-americana” dei media locali.
La data del lancio del servizio di informazione, avvenuta in concomitanza con le celebrazioni dell’evento, ha creato ovviamente dibattito attorno alla volontarietà o meno della tempistica: non cambia però il fatto del continuo progetto di espansione territoriale dei media spalleggiati e finanziati a peso d’oro dal potere politico putiniano . I Paesi baltici, da questo punto di vista, si trovano nell’occhio del ciclone di questo confronto tra Mosca e le testate filo-occidentali, con la Russia che negli ultimi anni ha intensificato ulteriormente gli sforzi per non perdere contatto con tre Repubbliche che un tempo erano parte integrante dell’Unione Sovietica, e che oggi siedono tra le fila della NATO e dell’UE, ferocemente avversi alla nuova politica di “grandeur” moscovita.
L’apertura dell’emittente a Tallinn ha seguito di due settimane l’inaugurazione della sede di Sputnik a Riga, capitale della Lettonia, la quale aveva immediatamente suscitato le forti reazioni dei Servizi di Sicurezza lettoni, in costante allarme contro i vari o presunti tentativi della Russia di espandere i suoi servizi di propaganda nel Paese. La Russia, attraverso i suoi canali di comunicazione, intende così muoversi velocemente all’interno dell’area puntando ad incanalare l’attenzione di due target principali: il primo riguarda ovviamente la vasta componente di persone di lingua madre russa sparsa tra Lettonia, Estonia e Lituania (più di un milione di abitanti in totale), obbiettivo sensibile di Putin per mantenerle in qualche modo legate alla vecchia Madre Patria; l’altro sono proprio le popolazioni locali delle ex Repubbliche, alle quali il Cremlino vuole fornire fonti alternative di informazione (ma anche di intrattenimento) per cercare di riconquistare l’antica influenza persa con il crollo dell’URSS. Interessante in special modo, all’interno di questa fascia, è la preoccupazione di Mosca di fronte alle nuove generazioni: queste infatti stanno progressivamente abbandonando l’uso del russo come seconda lingua, attratti dalla lingua della globalizzazione, l’inglese. Proporre un sistema comunicativo aggressivo e nella lingua madre delle popolazioni vicine alla Russia, oltre ad offrire posti di lavoro ai giovani giornalisti locali, è uno dei modi dell’esecutivo per provare ad intercettare l’interesse delle fasce giovanili delle società.
L’arrivo dell’agenzia filo-governativa russa nel Paese ha rappresentato anche una ferma risposta all’apertura nel settembre 2015 di un canale televisivo in lingua russa, ETV+, finanziato direttamente dal governo estone come contro-altare rispetto alle ingerenze dei media del potente vicino, il quale aveva creato un dibattito attorno all’effettiva indipendenza di un canale legato direttamente all’esecutivo. Nonostante l’apertura della sede di Sputnik News non abbia suscitato nell’immediato reazioni da parte del mondo politico, in un periodo in cui regna il gelo nelle relazioni diplomatiche, l’aumento di interesse dei media governativi russi nella regione era già passato sotto la lente di ingrandimento dei Servizi di Sicurezza, definito come parte di una più ampia strategia della Russia per riconquistare influenza nel Paese, in un rapporto relativo all’anno 2014, presentato nell’aprile di quasi un anno fa.