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CROAZIA: Arrestato nella sua Spalato il capo della prigione Lora

Lo hanno trovato davanti al suo appartamento a Spalato, la mattina presto di venerdì 19 febbraio: Tomislav Duić, condannato a otto anni per crimini di guerra durante il conflitto degli anni ’90, era ricercato dalle autorità croate da ben 15 anni. Era difatti in fuga dal 2001, quando iniziò il processo a suo carico, e non era comparso nemmeno al momento della sentenza, nel 2007. La condanna a suo carico riguarda la gestione del famigerato campo di prigionia Lora, situato a Spalato. A partire dal 1991, e per tutti gli anni della guerra, quello che un tempo era un vasto complesso navale jugoslavo divenne un campo di prigionia in mano all’esercito della nascente Croazia, che lì imprigionò prigionieri di guerra, ma anche civili, per lo più serbi. Tomislav Duić era a capo di questa struttura.

Secondo quanto emerso dal processo denominato Lora 1, iniziato nel 2001, il campo di prigionia divenne luogo di torture, di abusi e di morte. Nonostante il processo abbia subito non pochi rallentamenti, soprattutto a causa delle intimidazioni e delle minacce ricevute dai testimoni, nel 2006 la Corte di Spalato riconobbe otto membri della polizia militare croata colpevoli di crimini di guerra contro civili serbi tra il giugno e il settembre 1992 e responsabili della morte di due di loro. Ben quattro degli otto furono condannati in contumacia, dato che già dall’inizio del processo avevano scelto la strada della latitanza. Tra questi anche Duić, al quale in quanto responsabile del campo fu inflitta la pena più alta, otto anni. Due dei latitanti erano stati arrestati nel 2008 e nel 2010, mentre il braccio destro di Duić, Emilio Bungur, condannato a sei anni per la stessa vicenda, era stato fermato a Sibenik nello scorso agosto. Con l’arresto di Duić, il quadro è concluso. Ora che sono nelle mani della giustizia, inoltre, Duić e Bungur dovranno fronteggiare un altro processo partito a settembre, denominato Lora 2, che li vede imputati per l’uccisione di tre civili serbi, sempre all’interno del campo di Lora.

L’arresto di Duić segna un ulteriore tassello nella ricerca della giustizia rispetto agli eventi degli anni novanta. La Croazia ha fatto in questo molti passi avanti, ma non sono poche le figure, magari non note al grande pubblico, che sono ancora in attesa di essere portate di fronte ai tribunali per rispondere dei crimini commessi durante la guerra. Il fatto che Duić fosse nella sua Spalato sembra dimostrare come, spesso, sia la mancanza di volontà delle autorità, più che le difficoltà oggettive, a favorire chi cerca di sottrarsi alle condanne. Se a questo aggiungiamo che, ancora oggi, in alcuni processi si verificano casi di intimidazioni dei testimoni e che non mancano manifestazioni di solidarietà per gli indiziati o arrestati, in particolare da parte delle associazioni dei veterani di guerra, è bene tenere alta l’attenzione su questo importante processo di giustizia.

Chi è Riccardo Celeghini

Laureato in Relazioni Internazionali presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università Roma Tre, con una tesi sui conflitti etnici e i processi di democratizzazione nei Balcani occidentali. Ha avuto esperienze lavorative in Albania, in Croazia e in Kosovo, dove attualmente vive e lavora. E' nato nel 1989 a Roma. Parla inglese, serbo-croato e albanese.

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