Nella notte tra lunedì e martedì, all’Aja, è morto Zdravko Tolimir, il braccio destro di Ratko Mladić, già condannato all’ergastolo per il genocidio di Srebrenica. Accusato dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) nel 2005 per crimini contro l’umanità, genocidio e crimini di guerra, Tolimir è stato arrestato nel 2007 dopo esser stato latitante per due anni. Nel 2012, dopo aver ascoltato tutte le deposizioni, viene condannato all’ergastolo. Nonostante il suo ricorso in appello, la sentenza è stata confermata dall’ICTY nel 2015.
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Durante la guerra in Bosnia-Erzegovina Tolimir ha servito l’armata serbo-bosniaca come capo dell’intelligence militare, occupando di fatto il secondo posto nella gerarchia militare solamente dietro a Ratko Mladić, comandante in capo. Tolimir riceve direttamente dal presidente dell’autoproclamata Republika Srpska Radovan Karadžić l’ordine di occupare Srebrenica, dove verrà in seguito commesso il più grave crimine in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tolimir è stato condannato per aver preso parte al massacro di almeno 8.372 civili bosniaci, rei esclusivamente di essere musulmani e di non voler abbandonare le proprie case come ordinatogli dall’esercito serbo-bosniaco. A conferma dei metodi brutali di Tolimir vi sono alcuni dispacci, dove il capo dell’intelligence serbo-bosniaca reputava necessario l’utilizzo di armi chimiche contro soldati bosniaci (ARBiH) e persino contro i profughi che abbandonavano la parte orientale del paese.
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Restano ancora da processare due importanti protagonisti degli orrori della guerra in Bosnia-Erzegovina, ossia Ratko Mladić e Radovan Karadžić, i cui processi sono iniziati successivamente a quello di Tolimir a causa della loro lunga latitanza. Sui due pendono numerosi capi d’accusa, tra i quali quello di genocidio e crimini contro l’umanità, e la sentenza appare ormai scontata. Cosa che tuttavia non è stata così per Momčilo Perišić, capo di stato maggiore dell’armata popolare jugoslava (JNA) dal 1993 al 1998, durante la guerra di Bosnia. Perišić, infatti, è stato assolto dai crimini commessi a Sarajevo e a Srebrenica, aggiungendosi alla lunga e controversa lista di persone incredibilmente assolte dall’ICTY come il generale croato Ante Gotovina o il leader dell’UÇK Ramush Haradinaj.
La morte di Tolimir è significativa del tempo che è passato dai tragici giorni del conflitto, ma dimostra come le punizioni per i crimini commessi sono ancora lontane dall’essere comminate. Morto all’età di 67 anni, Tolimir ha trascorso solamente 9 anni di carcere e alcuni dei suoi compagni di crimine, come i già citati Mladić e Karadžić sono ancora in attesa della sospirata condanna. Dell’entourage di Karadžić è stato arrestato anche Jovan Tintor, leader del Partito Democratico Serbo (SDS) a Vogošća, sobborgo a nord di Sarajevo. Proprio a Vogošća Tintor è accusato di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità.
Foto: AFP