Bernard Crusell è stato il primo musicista e compositore finlandese a raggiungere fama europea. Figlio di un modesto rilegatore di libri è nato nel 1775 in Finlandia a Uusikaupunki quando il paese era ancora parte del regno di Svezia. Crusell studiò clarinetto a Stoccolma e divenne il direttore della banda del reggimento e dell’orchestra ufficiale secondo espressa volontà di re Gustavo IV Adolfo.
Il soggiorno a Parigi e l’attività musicale e letteraria a Stoccolma
Nonostante il profondo legame verso le sue origini finniche, Crusell era un uomo dalla cultura cosmopolita e viaggiò molto. La sua abilità lo portò a conseguire una borsa di studio a Berlino per poi recarsi a Parigi: nel 1803 gli venne offerto il posto di primo clarinettista all’Opera italiana parigina, all’epoca uno dei teatri principali per il melodramma. Crusell parlava correttamente l’italiano, il tedesco e il francese, capacità che gli permisero di dedicarsi anche alla letteratura.
Nonostante i viaggi la fortuna del compositore si legò a Stoccolma (dove è stato clarinettista stabile tra il 1792 e il 1833) partecipando attivamente alla vita culturale svedese ed intessendo rapporti importanti rapporti letterari e artistici. Crusell si dedicò, infatti, alla traduzione in svedese di libretti d’opera italiani (Il Barbiere di Siviglia e Le nozze di Figaro), francesi e tedeschi (Fidelio di Beethoven). Collaborò anche con il poeta svedese Tégner, autore della Saga di Frithiof, una serie di testi poetici ambientati nella Scandinavia antica che ebbero la fortuna di essere tradotte nella maggior parte delle lingue europee: Crusell musicò una parte di queste romanze collaborando alla riscoperta delle tradizioni letterarie scandinave.
Nel 1824, infine, dopo un lungo apprendistato sul campo, si decise a comporre un’opera in svedese, Den lilla slafvinnan (“La giovane schiava”), che ebbe un successo travolgente. Il soggetto si inserisce nell’ambito delle “turcherie” di cui sono ricchi il melodramma italiano, francese e tedesco: la storia è tratta da Ali Babà e i quaranta ladroni. Uno dei modelli possibili è sicuramente Il flauto magico di Mozart ma Crusell conosceva anche le opere di Weber, con cui aveva stretto amicizia durante il suo soggiorno in Germania. L’operina è di chiara ascendenza tedesca anche se il libretto è una rielaborazione di una fonte francese: si tratta di un Singspiel, spettacolo in cui i pezzi cantati sono interrotti dall’azione teatrale recitata proprio come accade nel Flauto Magico. Bellissima l’aria della protagonista con clarinetto obbligato (alla prima rappresentazione la parte del solista venne eseguita da Crusell stesso).
Uno stile “internazionale”
Crusell è stato in primo luogo un grande clarinettista, forse uno dei migliori dell’epoca, e buona parte della sua produzione musicale è dedicata a questo strumento. La sua produzione comprende tre concerti recentemente riscoperti ed incisi in disco ma anche musica da camera di pregevole fattura. Il secondo concerto è il più romantico e originale, drammatico e ricco di melodie: sicuramente si è meritato la qualifica di “Grande” e la dedica allo zar di Russia Alessandro.
Può apparire sorprendente ma questo compositore nordico si presenta come un estroverso melodista, che ha studiato autori italiani contemporanei come Rossini e, soprattutto, le opere di Mozart e Weber. Mancano chiari riferimenti al folclore e alle tradizioni musicali scandinave: la musica degli inizi del XIX secolo è una vera e propria “repubblica” cosmopolita dove le interferenze tra le singole scuole nazionali sono all’ordine del giorno. Il linguaggio di Crusell risente dunque della diffusione internazionale dei modelli del classicismo europeo.
Il ritorno al finnico
Per tutta la sua vita il legame di Crusell con la Finlandia rimase molto intenso sebbene, dopo l’adolescenza, egli ebbe modo di tornarvi soltanto una volta nel 1801. Il compositore continuò a usare la lingua suomi nella conversazione e nei diari: all’epoca in cui visse, tuttavia, la lingua di cultura era lo svedese (che ancora oggi in Finlandia è obbligatorio nelle scuole) e il compositore partecipò attivamente alla vita musicale e letteraria a Stoccolma grazie alla sua formazione cosmopolita. Con il raggiungimento dell’indipendenza della Finlandia l’operina di Crusell venne finalmente tradotta in finnico: probabilmente lo stesso autore non avrebbe mai osato sognare di vedere la sua unica fatica teatrale cantata nella sua amatissima lingua materna.
Immagine: Marcus Larsson, Månsken över Sognefjorden (“Plenilunio su Sognefjord”, 1862).