BASKET: Il derby eterno di Belgrado, tra l’ascesa dello Stella Rossa e la caduta del Partizan

Si giocherà questa sera il derby eterno della Belgrado cestistica, la sfida tra Partizan e Stella Rossa. Sfida che blocca tutta la nazione e che vede per la prima volta le gerarchie chiaramente invertite, con la Stella Rossa nettamente favorita, dopo una vita all’ombra dei cugini. È quasi incredibile con quale velocità sia avvenuto questo storico cambiamento: negli ultimi 20 anni, infatti, il Partizan ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere in patria, 15 campionati su 20 disponibili, ai quali vanno aggiunti sei titoli di campione della Lega Adriatica (il campionato che comprende le squadre della ex Jugoslavia) lasciando alle rivali soltanto le briciole. In Europa, i crno-beli vantano anche la partecipazione alle Final 4 dell’Eurolega 2010, raggiunte da veri e propri outsider.

Il vero risultato del Partizan consta però nell’incredibile numero di giocatori lanciati e divenuti top player europei, un risultato tale da portare la squadra sotto i radar degli osservatori internazionali, NBA compresa. Non solo giovani serbi, ma anche americani ambiziosi, come Bo McCalebb, e giovani europei attratti dalla solidità tecnica del club, capace di garantire in prospettiva un ingaggio importante in un top team europeo. 

Da questo punto di vista, un ottimo risultato fu quello di convincere i giovani francesi Jeouffry Lauvergne e Leo Westermann a trasferirsi a Belgrado nella stagione 2012/13: due giocatori in rampa di lancio, pronti a conquistare il mondo e consci che il miglior posto per farsi le ossa fosse la sponda bianconera della città bianca. L’anno successivo li avrebbe raggiunti anche il connazionale Boris Dallo. Westermann, al termine della sua esperienza, strappò un contratto al Barcellona, mentre Lauvergne si accasò al Chimki Mosca: due delle squadre col maggior budget europeo. Negli anni, i bianconeri di Belgrado sono riusciti a formare un “sistema Partizan”: gli agenti dei giocatori erano ben felici di mandare i loro assistiti a Belgrado per poi strappare, uno o due anni dopo, un contratto da capogiro con le migliori squadre europee o nell’NBA.

Di quei tempi ormai rimane ben poco: la discesa è stata rapidissima e non ha fatto prigionieri. Il Partizan rimane una squadra di giovani, ma gli obiettivi sono cambiati . In Lega Adriatica la squadra si trova, con otto vittorie e dodici sconfitte, al decimo posto su quattordici, dietro, oltre che alla Stella Rossa, alle altre serbe, Mega Leks Belgrado e Metalac Valjevo, squadre ben lontane dal blasone dei Grobari. La partita più importante rimane però quella fuori dalle palestre, visti i cinque milioni di euro di debiti del Partizan. Alla fine della scorsa stagione la leggenda del club Saša Danilović ha dato le dimissioni dalla carica di presidente, dichiarando che per ripianare i debiti sarà necessario cedere diversi giocatori per fare cassa e ridurre di molto gli obiettivi.

Se le cose in casa Partizan non stanno andando bene, lo Stella Rossa ha avuto ottimi risultati nelle due passate stagioni. In concomitanza con il dominio dei rivali, i Delije avevano avuto ben poco da gioire, con la squadra sempre rimasta all’ombra dei cugini, anche in virtù di un periodo di crisi finanziaria e sportiva. Non che i tentativi di rilancio siano mancati: all’inizio del 2002 imprenditori ed esponenti politici legati al Partito Democratico Serbo, lanciarono il progetto Evropska Zvezda, per riportare la formazione biancorossa nella massima competizione europea, l’Eurolega. Tuttavia, se si escludono le due vittorie della Coppa di Serbia e Montenegro, il progetto si concluse con un sostanziale insuccesso.

Tutto è cambiato negli ultimi 5 anni, con gli investitori sempre più interessati a coprire il vasto bacino d’utenza della Stella e sempre più restii a impegnarsi nel grosso debito finanziario dei bianconeri, che si sta allargando sempre di più. Nel 2011 la sezione basket finì sull’orlo della bancarotta, gravata dall’investimento per portare il pluridecorato coach Svetislav Pešić e giocatori di nome come Kešelj, Štimac e Bjelica: i nomi altisonanti non portarono ai risultati sperati, la società si trovò ad affrontare un debito di quindici milioni di dollari e tutto il CdA rassegnò le proprie dimissioni.

A salvare lo Stella Rossa fu la fusione con un altra squadra di Belgrado, lo Železnik, che fece respirare le casse e portò all’elezione dell’ex primo ministro Nebojsa Čović come presidente del club. Da qui, complice la situazione sempre più critica dei cugini, il sorpasso. Nella stagione 2014/2015, la Stella ha partecipato all’Eurolega, visto il ritiro del Cibona Zagabria, vincitore della Lega Adriatica, centrando un treble grazie ai titoli di Lega Adriatica, campionato serbo e Coppa di Serbia. Attualmente la squadra si trova al secondo posto della Lega Adriatica, alle spalle del sorprendente Budućnost di Podgorica, mentre in Eurolega ha passato il primo turno come terza classificata del suo girone, con le stesse vittorie dei campioni in carica del Real Madrid, nelle top 16, però è ancora a secco di vittorie.

Insomma, ogni derby fa storia a se, e non guarda la classifica, ma, comunque vada la partita, nei prossimi mesi i Delije potranno dormire sonni più tranquilli.

Foto: KK Crvena Zvezda (Facebook)

Chi è Alessandro Camagni

Nato a Cantù nel 1991. Laureato in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee all'Università Statale di Milano con una tesi sull'ascesa e il declino del movimento "Solidarnosc" in Polonia. Scrive su "La Provincia di Como", "Il Fatto Quotidiano" e ha collaborato con "Gazzetta TV" .

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