UCRAINA: La morte politica di Praviy Sektor. Da movimento rivoluzionario a gang senza controllo

Dmytro Yarosh, leader e fondatore del movimento formatosi e divenuto famoso tra le barricate di Maidan, ha ufficialmente abbandonato Praviy Sektor. La svolta politica di Yarosh era più che preannunciata già da Novembre, quando la sua fuoriuscita dalla formazione politico-militare era stata solo temporaneamente bloccata dalle proteste di numerosi membri. Alla base della drastica decisione ci sono senza dubbio i crescenti contrasti ai vertici del movimento e il futuro politico dell’organizzazione.

Una rivoluzione a metà

Uscito come uno dei vincitori delle proteste e baluardo della guerra nel Donbass, Praviy Sektor ha rappresentato negli ultimi due anni un importante catalizzatore per le diverse anime legate al nazionalismo ucraino. La sua pluralità e ambiguità ideologica, insieme al conflitto nelle regioni orientali del paese, hanno contribuito senza dubbio ad una vigorosa crescita del movimento, ma ne hanno minato le basi e reso più complicato la formulazione di un progetto politico coerente. Proprio il futuro dell’organizzazione, ora che i fucili stanno lentamente iniziando a tacere, è divenuto il punto di scontro ai vertici di Praviy Sektor. Yarosh, politicamente più esperto e legato ad una parte delle attuali strutture di governo (fa parte dello stato maggiore) ha lentamente abbandonato la retorica rivoluzionaria, preferendo rappresentare non più un ostacolo, ma una necessaria stampella per l’attuale potere. Per lui, infatti, pur rimanendo politicamente in opposizione al governo, è giunta l’ora di “concentrarsi sullo sviluppo dello Stato” abbandonando l’attività “pseudorivoluzionaria che ne mina l’esistenza e la reputazione di tutti i patrioti”.

Divisione interna

Se per Yarosh la missione principale dell’organizzazione è ormai compiuta, di parere opposto appare l’altro leader del movimento, Artem Skoropadsky. Ex giornalista del quotidiano “Kommersant-Ukraine” e membro dell’Assemblea Nazionale Ucraina – Autodifesa del popolo ucraino (UNA-UNSO), Skoropadsky rappresenta, secondo il politologo Vladimir Fesenko, l’ala più radicale di Praviy Sektor, quella che considera la lotta contro l’attuale governo la nuova priorità di tutti i patrioti ucraini.

Alla base della scissione non vi è però solo la divisione della leadership sul futuro percorso politico del movimento. Con la guerra nel Donbass, Praviy Sektor si è dotato di una vera e propria struttura paramilitare (Corpo volontario ucraino – DUK) su base regionale che, con il passare del tempo e con il vertiginoso aumento delle armi in circolazione un po’ su tutto il territorio nazionale, è divenuta sempre meno controllabile dagli organi di comando centrale. L’ambiguo rapporto che l’organizzazione ha sviluppato su base regionale con i poteri locali e con il mondo criminale, insostituibile fonte di finanziamento, ha ulteriormente minato la sua unità, trasformando spesso i vari gruppi armati in un vero e proprio ago della bilancia degli equilibri politico-criminali locali. Uscito ampiamente screditato dopo lo scontro armato con la polizia a Mukachevo la scorsa estate, Praviy Sektor si è sgretolato, negli ultimi mesi, in una serie di fazioni incontrollabili con interessi divergenti e in alcuni casi contrastanti tra loro.

Quale futuro per Praviy Sektor?

Colpito da problemi interni e dalle mutate condizioni nazionali, il movimento fondato sulle barricate di Maidan sembra aver esaurito la sua forza attrattiva e la credibilità politica che gli hanno permesso di rappresentare finora uno dei principali contenitori per le forze nazionaliste. Con il definitivo disimpegno di Dmytro Yarosh, che ha già dichiarato di voler costituire una propria nuova forza politica, e con la crescente pressione da parte del governo sui gruppi paramilitari che non rientrano ancora sotto il controllo del Ministero della difesa, Praviy Sektor sembra destinato ad essere radicalmente marginalizzato. Rimane ancora da comprendere se Yarosh, al quale sono rimasti fedeli una serie di battaglioni armati, sarà in grado di abbandonare definitivamente la tuta mimetica e di formare una squadra politica capace di competere a livello nazionale, uscendo dalla roccaforte di Dnepropetrovsk.

Chi è Oleksiy Bondarenko

Nato a Kiev nel 1987. Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna (sede di Forlì), si interessa di Ucraina, Russia, Asia Centrale e dello spazio post-sovietico più in generale. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca in politiche comparate presso la University of Kent (UK) dove svolge anche il ruolo di Assistant lecturer. Il focus della sua ricerca è l’interazione tra federalismo e regionalismo in Russia. Per East Journal si occupa di Ucraina e Russia. Collabora anche con Osservatorio Balcani e Caucaso.

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3 commenti

  1. Più che un problema interno, credo sia un problema esterno.
    Finito il colpo di stato finanziato dagli Stati Uniti, che ha portato al potere attuale classe dirigente, oggi non si vuole più avere le mani sporche di fascismo, e chi ha utilizzato il movimento, lo sta abbandonando per le mutate priorità politiche

    • Quindi Mauro tu ricevi direttamente a casa un aggiornamento sulle attivita` dei servizi segreti USA. Gentilmente potresti condividere anche con noi comuni mortali tali segretissime informazioni cosi` che anche noi possiamo sapere quali rivoluzioni hanno finanziato gli Stati Uniti, cosa fa la CIA, se veramente gli americani sono atterrati sulla luna, cosa c’re` dietro 9/11, l’assassinio di Kennedy etc…
      Se poi vogliamo essre piu` precisi a Kiev non c’e` mai stato un colpo di stato. In politica internazionale si definisce colpo di stato la deposizione extragiudiziale di un governo ad opera di un organo istituzionale, ad esempio la polizia o le forze armate, o di un ristretto gruppo facente parte del potere pre esistente per installare un nuovo regime.
      A Kiev c’e stata una sollevazione popolare a larghissima partecipazione che ha causato la fuga di un governo autoritario e corrotto. La giusta definizione e` rivoluzione. Che poi tale rivoluzione, nata spontaneamente e genuinamente appoggiata dalla maggior parte della popolazione abbia ricevuto un supporto materiale da parte degli USA e` una teoria fantapolitica alla quale credono ciecamente solo gli anti-americani come te.

      • Dovresti ascoltare, perché evidentemente ancora non l’hai fatto, la telefonata tra la Nuland e l’ambasciatore Usa a Kiev: “Jaz è il nostro uomo”! Le informazioni segretissime di cui parli, non sono poi così segrete. C’è chi vede trame occulte del Cremlino dappertutto e nello stesso tempo chiude occhi ed orecchi di fronte alle evidenti ingerenze degli Usa negli avvenimenti di Maidan. La procedura di deposizione di un presidente prevista dalla costituzione ucraina (perchè l’Ucraina ha una sua costituzione) è stata completamente violata e il presidente Janucovics, eletto direttamente dal popolo con il sostegno, ripetuto in diverse elezioni, della maggioranza del popolo ucraino, è stato costretto a fuggire per non essere ucciso dalle bande paramilitari armate che imperversavano a Maidan e che qui in occidente nessuno voleva vedere, nonostante tutte la documentazione disponibile. La procedura è stata quindi del tutto extragiudiziale e il colpo di stato è stato eseguito con fredda e spietata determinazione con l’uccisione di oltre 100 persone subito messe sul conto del governo e della polizia da parte del governo Usa. Chissà a chi sono serviti quei morti! Inoltre, tutto il sud-est dell’Ucraina non ha assolutamente appoggiato quello che succedeva a Maidan. Se si deve parlare di rivoluzione (ma le rivoluzioni sono colpi di stato) questa ha riguardato solo una parte del paese. Nelle successive elezioni, svoltesi in un clima di propaganda e senza contraddittorio, con diversi politici picchiati e minacciati, solo una pochissima parte di quella popolazione del sud-est è andata alle urne. Non aveva rappresentanti da voltare! Se poi vuoi aggiungere che nel governo vi sono 3 ministri stranieri, due dei quali hanno lavorato per il governo Usa e l’altro è un georgiano del governo di Saakashvili, che ve ne sono altri sette come sottosegretari e che lo stesso Saakashvili è stato nominato governatore, bè non c’é che dire: un colpo di stato perfetto! Una domanda: se tutto questo fosse avvenuto a parti invertite non avresti accusato la Russia di aver ordito un colpo di stato?

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