DA EREVAN- Sono passate le riforme volute dal governo, che faranno dell’Armenia una repubblica parlamentare. Secondo i risultati ufficiali, il 63,35% degli elettori che hanno votato al referendum costituzionale di domenica si è espresso positivamente sul cambiamento dell’ordinamento giuridico.
Tuttavia, il risultato è stato dichiarato illegittimo da organizzazioni quali “Citizen Observer Initiative” e “European Platform for Democratic Elections” che hanno riscontrato un numero di violazioni senza precedenti durante il processo elettorale.
Le maggiori irregolarità che sono state segnalate dagli osservatori locali e dalle missioni di monitoraggio organizzate da alcuni media internazionali e da “Transparency International”, sono legate alla manipolazione delle liste degli elettori, alla violazione delle norme che regolano il processo di voto e di conteggio e anche a molti casi di diretta falsificazione dei risultati.
Ad uno dei seggi presso l’asilo numero 60 nel distretto Davtashen di Yerevan ho constatato personalmente molte di queste violazioni; la commissione di voto era composta dai rappresentati delle diverse forze politiche (compreso un membro dell’opposizione); l’atmosfera era tranquilla fintanto che non si tentava di segnalare al presidente di seggio (rappresentante del governo) le irregolarità; nel corso della giornata, ho notato persone che hanno votato più volte, portando documenti di famigliari, la presenza di persone non autorizzate nella sede di voto e, soprattutto, il tentativo, durante il conteggio, di inserire nella lista del sì schede marcate con il no.
Avendo denunciato quest’ultima irregolarità al presidente, sono stato allontanato brutalmente dal tavolo dove si conteggiavano le schede, mentre l’osservatrice locale è stata pesantemente redarguita da alcuni membri della commissione. Il rappresentante dell’opposizione, a sua volta, ha segnalato alcune violazioni, soprattutto quando alcune schede dove il no era marcato chiaramente sono state dichiarate nulle. Il sì è prevalso per circa 60 voti, quindi le violazioni sono state decisive nel determinare il risultato elettorale al seggio.
La diffusione di violazioni di questo genere in molti dei seggi monitorati da “Transparency International” e da altre organizzazioni, fa pensare ad un’effettiva falsificazione del risultato.
Le opposizioni che sostenevano il no, guidate dal parlamentare Levon Zurabyan, sono scese in piazza la sera stessa delle elezioni per manifestare contro i brogli.
Il risultato del referendum costituzionale permetterà all’attuale presidente Serzh Sargsyan di mantenere, di fatto, il controllo del paese dalla posizione di primo ministro, una volta che il suo secondo mandato come capo di stato terminerà nel 2018.
–
Immagine: Asbarez
Forse è prevalso il “sì”…. Anche l’italiano è importante…
Sistemato, grazie della segnalazione!