Un nuovo capitolo si è aggiunto alla vicenda sportivo-giudiziaria di Zdravko Mamić, direttore esecutivo della Dinamo Zagabria, la cui controversa figura è considerata molto influente ai piani alti del calcio croato.
L’operazione della USKOK
Zdravko Mamić è stato infatti arrestato lo scorso 18 novembre dall’Autorità anticorruzione croata (USKOK), insieme ad altre quattro persone: suo figlio Mario, titolare di un’agenzia di procuratori (ASA International) che cura gli interessi anche di giocatori della Dinamo Zagabria; Damir Vrbanović, presidente esecutivo della federcalcio croata ed ex dirigente della Dinamo; e due uomini d’affari. Sono stati inoltre perquisiti gli uffici della Dinamo e della federcalcio.
Secondo fonti di polizia, la motivazione degli arresti sta nella sottrazione di almeno 10 milioni di euro alla Dinamo Zagabria. Gli illeciti sarebbero avvenuti a partire dal 2004 tramite società off-shore con sedi in Svizzera, Gran Bretagna e Hong Kong. In particolare, sarebbero stati accollati alla società Dinamo debiti fittizi in occasione delle cessioni di alcuni calciatori: tali somme sarebbero state ripartite tra gli arrestati. Sotto indagine sarebbero, tra le altre, le cessioni di Luka Modrić al Tottenham, di Vedran Ćorluka al Manchester City, di Dejan Lovren al Lione, di Eduardo da Silva all’Arsenal (quanto a quest’ultimo, il contratto che assicurava ai Mamić il 25% di ogni entrata sportiva spettante a Eduardo per l’intera carriera, è stato recentemente dichiarato nullo dal Tribunale Civile di Zagabria per contrarietà alle norme FIFA). Gli arrestati – ad eccezione di Vrbanović, già rilasciato – si trovano in stato di custodia cautelare. Possono tuttavia tornare in libertà versando una cauzione, il cui importo è stato stabilito per Mamić in 2 milioni di euro.
Gli arresti di luglio
Zdravko Mamić era già stato arrestato nel luglio 2015 insieme al fratello Zoran (allenatore della Dinamo) e a Vrbanović, con l’accusa di aver sottratto illecitamente alla Dinamo Zagabria circa 16 milioni di euro e di non aver versato al fisco circa 1,5 milioni di euro. Gli arrestati erano tornati in libertà dietro pagamento di cauzioni. In tale occasione Zdravko Mamić si era difeso sostenendo di essere vittima di una manovra politica e aveva accusato il premier Milanović di essere il mandante degli arresti.
A differenza di quanto avvenuto a luglio, quando la notizia dell’operazione dell’USKOK aveva raggiunto il ritiro precampionato della Dinamo in Slovenia, dove si trovavano i fratelli Mamić (poi tratti in arresto al loro rientro in Croazia), consentendo al direttore esecutivo di tenere una conferenza stampa improntata alla controffensiva, la linea di difesa seguente all’ultimo arresto non è per ora nota. Si sa solo, tramite le parole dell’avvocato Sloković, che Mamić respinge ogni addebito.
La protesta dei tifosi
La tifoseria della Dinamo, guidata dal gruppo ultras Bad Blue Boys (BBB), da anni in conflitto con Mamić, non è rimasta inerte. Il 27 novembre circa duemila tifosi hanno marciato in corteo, dietro lo striscione Sloboda Dinamu («Libertà per la Dinamo»), fin sotto il ministero dello Sport, chiedendo lo scioglimento degli organi societari della Dinamo e la rimozione dei dirigenti arrestati. Il ministro dello Sport Vedran Mornar ha dichiarato di non avere titolo per l’intervento richiestogli, ritenendolo di competenza dell’amministrazione cittadina, e ha affermato che in ogni caso una modifica d’imperio della composizione societaria violerebbe l’autonomia delle associazioni sportive.
I contrasti tra Bad Blue Boys e Mamić sono ormai di vecchia data: si radicalizzano nel 2010, quando a seguito della gestione personalistica del club da parte del suo direttore esecutivo i BBB decidono di disertare lo stadio. Alcuni rappresentanti dei tifosi e Mamić arrivano quasi allo scontro fisico durante una conferenza stampa; gli ultras tornano poi allo stadio in altro settore (la tribuna est) ma vengono colpiti da numerose misure interdittive, di cui ritengono Mamić responsabile. Nasce quindi, sempre sotto l’insegna BBB, un gruppo filo-societario foraggiato dalla dirigenza, mentre la parte dissidente della tifoseria crea una squadra di calcio a cinque, alle cui partite assistono migliaia di persone.
Nel 2013 le tifoserie di Spalato e Zagabria, da sempre nemiche, si coalizzano contro Mamić; il successivo derby del maggio 2014 viene sospeso per cori contro Mamić stesso. Non finisce qui: nell’ottobre 2014 due tifosi vengono feriti in un agguato che gli ultras ritengono essere stato commissionato da Mamić. In risposta, i Bad Blue Boys tornano in curva, ma a molti di loro verrà vietato l’accesso allo stadio per le più varie ragioni (mancato rispetto del posto, ecc.). Nel novembre 2014 i BBB utilizzano la vetrina di Italia-Croazia per proseguire la battaglia contro Mamić, causando la momentanea interruzione della partita, finché, nel luglio 2015, riprendono possesso della curva, allontanandone il gruppo filo-societario con cui si scontrano ancora in Lussemburgo prima di una partita di Champions League della Dinamo. Gli ultimi arresti segnano ora un importante punto a favore dei Bad Blue Boys; ma il raggiungimento di un definitivo equilibrio tra tutte le forze in campo pare ancora lontano a venire.
Foto: Branko Radovanović