Il Montenegro può diventare presto il 29° Paese a far parte della NATO a seguito dell’invito ufficiale fatto dal segretario Jens Stoltenberg. L’espansione dell’Alleanza Atlantica nei Balcani aveva già visto in passato l’adesione della Slovenia nel 2004 e della Croazia nel 2009 e punta a integrare nelle sue file anche il Montenegro, che sta vivendo un periodo di forte instabilità interna, e, se la Grecia acconsente, la Macedonia.
Se per la Macedonia il processo di adesione all’Alleanza Atlantica è più complesso, per il Montenegro si tratta solo di avviare i negoziati per rendere effettivo l’ingresso. Il Montenegro si trova tuttavia in un particolare momento di crisi interna, costituito da numerose proteste violente volte a far decadere l’eterno presidente Milo Djukanovic, più vicino all’Occidente che alla Russia.
I rapporti con Mosca, storico alleato della Serbia, si erano raffreddati già negli anni passati, quando ad esempio Podgorica rifiutò nel 2013 l’utilizzo dei suoi porti come basi navali russe. La Russia tuttavia non ha apprezzato la decisione dell’Alleanza Atlantica di invitare ufficialmente il Montenegro e ha risposto che verranno prese contromisure contro il paese, reo di essersi allontanato dalla sua storica sfera d’influenza. Mosca ha infatti deciso che reagirà ponendo fine a qualsiasi collaborazione bilaterale tra i due paesi, rischiando di causare un grave danno al Montenegro a causa degli stretti rapporti commerciali che intercorrono tra i due stati.
L’accordo raggiunto tra Stoltenberg e il Ministro degli Esteri montenegrino Igor Luksic è considerata una «decisione storica», che ha l’obiettivo di ampliare l’egemonia della NATO in tutto il continente europeo. Douglas Lute, ambasciatore statunitense alla NATO, ha tuttavia sottolineato come la decisione di accogliere la richiesta di adesione del Montenegro non è un messaggio rivolto alla Russia che non deve pertanto sentirsi minacciata da questa decisione, sempre secondo Lute, è espressione esclusiva della volontà popolare.
Il Montenegro si è progressivamente allontanato dall’orbita russa, sottoscrivendo le sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Federazione a seguito della crisi ucraina e lavorando a stretto contatto con la NATO sottoscrivendo, nel dicembre del 2009, il Membership Action Plan (MAP), un programma specifico dell’Alleanza Atlantica per la consulenza, assistenza e sostegno pratico verso i paesi che vogliono entrare a far parte della NATO. L’adesione ufficiale del Montenegro dovrà tuttavia essere ratificata dai parlamenti di tutti gli stati membri dell’Alleanza e non sarà ufficiale prima di qualche anno.
I Balcani occidentali hanno aderito quasi tutti alla NATO: se per il Montenegro l’obiettivo sembra ormai vicino, per la Bosnia-Erzegovina e la Macedonia non si può dire lo stesso. La prima, infatti, si trova ancora in una situazione di stallo dal momento che non ha fatto i progressi necessari nell’attuazione di determinati accordi politici a seguito della firma del MAP, che vanno dalla proprietà militare fino a questioni di politica interna. Per la Macedonia, invece, resta vigente il veto greco sulla questione del nome, esercitato nel 2008 in occasione del summit di Bucarest, che tuttavia è stato dichiarato illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 2011.
Foto: NATO
Well done for Montengro that has accomplished its reforms to qualify for NATO membership invitation!
This was the proper action in the proper time for the Aliance. Our region has to be part of the Alliance, by all means.
non è da East Journal la “pappardella ” governativa in relazione a Miluccio Djukanovic “candeggiato” con soda caustica per togliere incrostazioni ed odori del passato non tanto remoto di rapporti con Darko Saric,Sacra Corona Unita ed altri soggetti criminali