ARMENIA: Pronto accordo con la Russia per la difesa aerea nel Caucaso

Si registrano nuovi passi in avanti nelle relazioni tra Armenia e Russia: in seguito all’entrata di Yerevan nell’Unione Economica Euroasiatica, i due paesi hanno deciso di firmare un accordo che porterà alla creazione di un sistema di difesa aerea regionale congiunta nella regione del Caucaso. La decisione è stata presa dal presidente russo Putin, che ha incaricato il ministro della Difesa Sergei Shoigu e quello degli Esteri Sergei Lavrov di firmare l’accordo con i corrispettivi colleghi armeni Seyran Ohanyan ed Edward Nalbandian.

L’accordo per la creazione di un sistema regionale comune di difesa aerea assicurerà lo scambio di informazioni tra Armenia e Russia sullo spazio aereo di tutta la regione del Caucaso, e aiuterà lo sviluppo dei sistemi missilistici di difesa aerea e dei sistemi radar armeni. Dal 1995 la difesa aerea dello spazio post-sovietico è gestita dal Sistema Unificato di Difesa Aerea dei Paesi CSI (Объединённая система ПВО СНГ), organizzazione di cui attualmente fanno de facto parte Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. L’obiettivo di questa organizzazione è garantire la difesa dei confini dello spazio aereo dei suoi stati membri e la neutralizzazione comune di un eventuale attacco aerospaziale.

Yerevan sempre più vicina a Mosca…

L’accordo sulla difesa aerea congiunta andrà a rafforzare ulteriormente i solidi legami tra l’Armenia e la Russia, principale alleato regionale del paese caucasico. Come già ricordato, lo scorso 10 ottobre 2014 l’Armenia ha firmato l’accordo di adesione all’Unione Economica Euroasiatica, di cui il paese è attualmente membro insieme a Russia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. L’entrata dell’Armenia all’interno dell’Unione è stata fortemente sostenuta da Putin, che nel settembre del 2013 convinse Sargsyan a scegliere l’integrazione euroasiatica piuttosto che continuare il percorso di avvicinamento verso l’Unione Europea, con la quale Yerevan avrebbe dovuto firmare un accordo di associazione.

Dopo anni di ambigua politica estera, l’Armenia ha scelto così di legarsi a quello che attualmente rappresenta il suo alleato più stretto e affidabile; l’unico in grado al momento di evitare a Yerevan il totale isolamento politico derivato dalla vicinanza di paesi ostili come la Turchia e l’Azerbaigian. Nonostante la scelta di seguire Mosca, l’Armenia sembra però non aver chiuso definitivamente le porte all’Unione Europea, tanto che negli ultimi mesi sembrano essere ripresi i negoziati tra le due parti per l’attuazione di una serie di accordi che possano rimpiazzare in parte l’accordo di associazione sfumato due anni fa.

… ma anche sempre più dipendente

Schiacciata tra due paesi ostili, e con l’instabile regione del Nagorno-Karabakh nel giardino di casa, l’Armenia ha cercato negli ultimi anni di stringere sempre di più i propri rapporti con la Russia, in cerca di protezione militare e aiuti economici. Da parte sua però anche Mosca ha interesse a sostenere Yerevan: la Russia è consapevole del fatto che l’Armenia dipende fortemente da questa alleanza, senza la quale il paese caucasico si ritroverebbe a dover affrontare da solo i suoi gravi problemi; per questo Mosca sa di trovarsi nella posizione di dettare le regole.

In cambio dell’aiuto militare necessario per far fronte al riarmo azero, la Russia ha chiesto all’Armenia di mantenere attiva sul proprio territorio la 102ª Base Militare di Gyumri, finita già al centro di diverse polemiche lo scorso gennaio in seguito all’uccisione di un’intera famiglia abitante nei pressi della base per mano di un soldato russo; così come la 3624ª Base Aerea situata presso l’aeroporto di Erebuni. In cambio dei vari finanziamenti la Russia ha preteso invece di avere l’esclusiva in diversi settori economici, su tutti quello dell’approvvigionamento energetico, creando per questo diversi problemi all’Armenia. Ad esempio, la scorsa estate l’ennesimo aumento della bolletta dell’elettricità – settore monopolizzato dalla compagnia russa Inter RAO – fece scoppiare la protesta conosciuta come “Electric Yerevan”.

L’Armenia dipende fortemente dalla Russia anche per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas e petrolio, con Mosca che ha sempre reclamato il diritto esclusivo a utilizzare le infrastrutture energetiche presenti nel paese, ostacolando tutti i precedenti tentativi di Yerevan di differenziare il proprio approvvigionamento energetico cercando di sviluppare nuovi accordi commerciali con l’Iran. Attualmente un gasdotto collega Yerevan a Teheran, anche se il gas che arriva dall’Iran è solo un quarto di quello che arriva da Mosca; inoltre lo scorso giugno il gasdotto è stato rilevato dalla società russa Gazprom, spegnendo di fatto le ambizioni di indipendenza energetica dell’Armenia.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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