Dopo l0 scandalo doping che ha visto protagonista la Russia negli scorsi giorni la IAAF ha preso la propria decisione: l’ARAF (la federatletica russa) si è vista comminare una sospensione immediata a tempo indeterminato. All’incontro hanno preso parte 24 membri e la votazione si è conclusa con 22 voti a favore della sospensione e un solo contrario (non ha potuto votare il rappresentante russo, comunque presente). Al termine della seduta il presidente della IAAF Sebastian Coe – collegato in videoconferenza da Londra – ha poi rilasciato questa dichiarazione: «Oggi abbiamo potuto constatare il fallimento della federatletica russa e abbiamo quindi preso l’unica decisione che fosse giusto prendere: sospenderli. Ma abbiamo anche discusso e convenuto che l’intero sistema dell’atletica ha fallito, non solo la Russia. A questo punto la IAAF, la WADA e tutti gli atleti, devono guardarsi dentro in questo momento così difficile per il nostro sport. Dobbiamo essere in grado di individuare i problemi e risolverli, per poter rilanciare il nostro sport».
Quali potrebbero essere le conseguenze se squalifica dovesse effettivamente riposare sul periodo di un anno?
- Gli atleti russi non potrebbero prendere parte alle competizioni internazionali, comprese le Word Athletic Series e le Olimpiadi di Rio 2016
- La Russia perderebbe il diritto ad ospitare la Coppa del Mondo di marcia 2016 a Čeboksary e i Mondiali Juniores dello stesso anno a Kazàn’
- L’ARAF dovrà delegare le indagini su tutti i casi di doping più importanti al CAS
Uno scenario del genere porterebbe giocoforza a uno di fortissima tensione. L’esclusione da un’Olimpiade è un gesto dal peso politico, economico e sociale enorme. In ballo ci sono l’immagine di una nazione, gli sponsor legati ai più importanti atleti e la credibilità politica di chi comanda (in primis il ministro dello Sport Vitalij Mutko di cui molti vorrebbero la testa). A ciò si aggiunge l’impossibilità di poter eseguire autonomamente i controlli sui propri atleti e il sentirsi costantemente sotto esame per poter essere riammessi (nei prossimi giorni volerà in Russia una squadra antidoping capitanata dal norvegese Rune Andersen e formata da tre membri della commissione IAAF) potrebbero generare non pochi malumori e rendere la spaccatura ancora più ampia. E se si soppesano le parole del presidente del CIO Thomas Bach, in cui si afferma che la Russia non uscirà indenne dalla questione doping, la situazione sembra ancora peggiore.
Se Mutko continua a negare un doping di Stato in Russia respingendo e a etichettare la manovra come “ripicca politica” e sabotaggio, Vladimir Putin mantiene la calma, comanda al suo ministro di iniziare le proprie indagini sul doping perché: «La Russia deve proteggere i propri atleti dalle sostanze proibite». La parte condannata sembra dunque disposta a collaborare, il che potrebbe portare a un rientro della sospensione che potrebbe colpire anche gli atleti innocenti, come fatto notare da quella che probabilmente è la più importante atleta russa, Elena Isinbaeva: « Squalificare dagli eventi internazionali e dai Giochi Olimpici di Rio atleti innocenti e non collegati con lo scandalo doping non è giusto. Spero nella saggezza dei leader della IAAF. E credo che la decisione sarà corretta. I colpevoli pagheranno il loro prezzo, e gli innocenti avranno l’opportunità di competere e di rappresentare il nostro paese in maniera dignitosa nelle arene sportive internazionali».
La vicenda si protrarrà sicuramente nei prossimi mesi e, a prescindere dalla sua chiusura, lascerà pesanti solchi sul volto dello sport mondiale. Molti sono ancora i dettagli che devono trapelare dall’inchiesta WADA e ben presto verrà la consapevolezza che il doping non è un problema solo russo.
Foto: Lim CK (Flickr)