Si sono svolte domenica scorsa le elezioni amministrative per eleggere i sindaci e rinnovare i consigli regionali, cittadini e locali su gran parte del territorio ucraino. In attesa del secondo turno in alcune grandi città (quelle con più di 90.000 votanti), i risultati, alcuni dei quali ancora non ufficiali, confermano un quadro complesso per la futura tenuta politica del paese.
Tiene Poroshenko
Sul piano politico sono stati diversi i segnali per il governo. Con un’affluenza generale del 46,6% si è osservata una certa disparità tra le regioni occidentali e quelle orientali del paese, con le oblast’ di Donetsk, Lugansk, Kharkiv e Mykolayivs’ka fanalini di coda. La caduta libera del partito del Primo Ministro, che ha deciso di non partecipare alle elezioni, appare solo parzialmente bilanciata dai risultati del Blocco Petro Poroshenko-Solidarietà (che si è fuso recentemente con UDAR di Klitschko) e di Samopomich di Sadovy, uniche due formazioni politiche ad essere entrate praticamente in tutti i consigli regionali. Proprio Andri Sadovy ha dominato la corsa per essere rieletto sindaco di Lviv, mentre Vitaly Klitschko rimane in testa alle preferenze nella capitale. Entrambi dovranno affrontare un secondo turno elettorale che si prospetta piuttosto agevole. A livello nazionale il partito del presidente ha totalizzato poco più del 18%, sotto gli obiettivi prestabiliti e in calo rispetto alle politiche dello scorso anno.
Vecchi poteri alla riscossa
Risultati contrastanti per il governo vengono anche dagli altri principali centri urbani, sottolineando una crescente insoddisfazione dell’elettorato lontano dalla capitale e il consolidamento dei gruppi di potere locali. Tenendo a mente il processo di riforma costituzionale volto ad attribuire maggiori poteri a livello regionale, appare evidente come i futuri equilibri politici saranno costruiti intorno ai delicati rapporti tra Kiev e gli altri principali centri politico-economici del paese.
Nonostante gli anomali ritardi nel conteggio, a Dnipropetrovsk, roccaforte di Igor Kolomoiskiy, si è registrato un buon risultato del Blocco di Opposizione che primeggia nei seggi per il consiglio regionale, e di Ukrop, formazione politica nata su iniziativa dello stesso oligarca. Boris Filatov, suo storico braccio destro, è in corsa per la poltrona di sindaco della città e se la dovrà vedere al ballottaggio con il candidato del Blocco di Opposizione, Aleksandr Vylkul.
Discorso più chiaro a Kharkiv, dove ha dominato Genadiy Kernes, legato a doppio filo ai poteri economici locali e anello di congiunzione tra vecchi rappresentanti del Partito delle Regioni e Kolomoiskiy. A Odessa, il candidato forte di Saakashvili, Aleksandr Borovik, è stato superato dal potente Gennadiy Trukhanov, ex deputato “regionario” e sindaco uscente, che ha ottenuto il 52% di preferenze vincendo al primo turno. Colpo duro non ben metabolizzato dal governatore Saakashvili che ha subito messo in discussione la regolarità del voto chiamando i cittadini in piazza.
Sale Svoboda. Timoshenko e Lyashko al palo
Da segnalare infine il discreto successo dell’estrema destra di Svoboda che, dopo il brutto risultato delle politiche e una serie di procedimenti penali in seguito all’esplosione della granata sotto il parlamento, riesce ad assicurarsi buoni risultati anche fuori dalle storiche roccaforti dell’Ucraina occidentale. Piazzando il proprio candidato al ballottaggio a Lviv e Poltava ed entrando nel consiglio cittadino della capitale, il partito di Oleh Tyahnybok sembra catalizzare i voti di protesta della parte più radicale dell’elettorato, sfruttando l’assenza di Praviy Sektor. Mentre Svoboda, il principale critico del governo, esce rinvigorito, rimangono al palo il Partito Radicale di Lyashko e Patria di Yulia Timoshenko, entrambe considerate alla vigilia come forze politiche capaci di tramutare in maniera efficace il malumore popolare in seggi regionali.
Aspettando il secondo turno nelle grandi città, le prossime settimane si prospettano come cruciali per il futuro del governo. Rimane in forte crisi la figura del Primo Ministro. Si vocifera che Poroshenko starebbe preparando un ampio rimpasto di governo con Natalia Jaresko (più che Saakashvili), attuale ministro delle finanze con importanti legami a Washington, pronta a sostituire Yatseniuk.