Curva Est è la nostra selezione settimanale di articoli e letture a tema sportivo, centrati sull’est Europa, ma non solo. Un compendio di tutto quello che abbiamo ritenuto valga la pena di leggere, a cura della redazione sportiva di East Journal, tra storie, approfondimenti e curiosità.
Il numero 1
Lev Yashin, le grand monsieur du football soviétique
Antoine Jarrige
27 ottobre 2015, Footballski
L’uomo dalle 270 gare a reti inviolate e i 150 rigori parati, il Ragno Nero: Footballski racconta la storia di Lev Jašin, il grande portiere sovietico, unico tra gli estremi difensori a vincere un Pallone d’Oro. Dall’infanzia povera nei quartieri popolari di Mosca ai primi calci a un pallone, da centrocampista («Adora distribuire il gioco e, quando può, si proietta in avanti»). Dalla medaglia per «il suo lavoro valoroso durante la Grande Guerra Patriottica» come apprendista fabbro alle difficoltà nell’affermarsi nella Dinamo Mosca, difficoltà che lo costringeranno a vestire i panni del portiere di hockey. Dalla sua era come inamovibile portiere della Dinamo (1953-1971) alle gesta in maglia sovietica, con l’Europeo del 1960 e il Pallone d’Oro del 1963 a consegnarlo alla leggenda. Dal ritiro dal mondo del calcio dopo la morte di un giovane promettente della Dinamo ai problemi di salute degli anni ’80 che ne causeranno la morte il 20 marzo 1990, due giorni dopo la nomina di Eroe del Lavoro Socialista.
Il calciatore post-sovietico
Andrei Kanchelskis – An Embodiment of the New Russian
Daniel Armstrong
26 ottobre 2015, Futbolgrad
La carriera di Andrej Kančel’skis si sviluppa a cavallo del crollo dell’Unione Sovietica e, secondo Daniel Armstrong, la sua storia conserva alcuni parallelismi con il destino del suo paese. Nato in Ucraina da genitori lituani, vestirà le maglie di tre nazionali: Unione Sovietica, CSI e Russia, ma la sua carriera internazionale sarà segnata dal boicottaggio della Coppa del Mondo del 1994 in protesta contro il rifiuto della nazionale di sostituire il CT Pavel Sadyrin. Anche a livello di club, nonostante il contributo dell’ala alla resurrezione del Manchester United nei primi anni ’90, la sua carriera sarà segnata dall’avidità e dalle losche trame del suo entourage: sarà il suo agente a fare pressioni sul club per fargli lasciare i Red Devils, pur di capitalizzare una clausola che garantiva al giocatore parte del profitto in caso di vendita. Sarà il momento in cui la carriera del giocatore pian piano andrà a perdersi, dirigendosi su una china discendente.
La resurrezione di Leningrado
The Soviet Cup-1944: Leningrad Triumphs On and Off the Pitch
Vladislav Rjabov
25 ottobre 2015, Russian Football News
Una vittoria particolare in un torneo ancor più particolare: la quinta Coppa dell’Unione Sovietica venne organizzata nel 1944, quando era ormai chiaro che l’esercito nazista fosse in rotta, come un’opzione economica e logisticamente non soverchiante per riportare al popolo sovietico un po’ di distrazione attraverso il calcio. A trionfare sarebbe stato lo Zenit di Leningrado, città che solo pochi mesi prima era stata liverata da un lungo assedio durato 900 giorni. La squadra, pur giocando senza uno dei propri attaccanti migliori, Pëtr Dementev che, dopo aver perso tutta la famiglia durante la guerra e dopo il saccheggio nella casa dei suoi genitori morti da parte di alcuni sciacalli, aveva deciso di non tornare nella città e rimanere a Mosca. Lo Zenit superò la prima e la seconda squadra della Dinamo Mosca, poi la Dinamo Baku in semifinale, per imporsi contro il CDKA Mosca nella finale disputata allo stadio Dinamo. Una vittoria che venne festeggiata dal pubblico moscovita, simbolica di una città – e di un paese – che cercavano di rimettersi in piedi dopo un tragico conflitto.
Foto: Footysphere (Flickr)