La fazione più radicale dell’opposizione kosovara, il movimento Vetëvendosja! (Autodeterminazione), ha di nuovo lanciato un lacrimogeno all’interno dell’assemblea parlamentare di Pristina, nella giornata di venerdì 23 ottobre, nonostante la presenza di un centinaio di poliziotti nell’aula, richiesta dalla conferenza dei capigruppo per garantire la sicurezza dei lavori parlamentari.
Il presidente dell’assemblea Kadri Veseli ha quindi dovuto comunque sospendere la seduta, per riconvocarla in serata. All’1 e 30 di notte, in una sala minore del parlamento, e in assenza dei deputati dell’opposizione. Visar Ymeri di Vetëvendosja ha definito tale riunione come “illegale”, derubricandola ad una riunione dei deputati dei due partiti della coalizione di governo, PDK e LDK.
E’ la terza volta dall’inizio del mese di ottobre che Vetëvendosja fa ostruzionismo tramite il lancio di fumogeni e lacrimogeni in aula. Vetëvendosja ha dichiarato che si opporrà con ogni mezzo al fine di bloccare i lavori parlamentari sugli accordi di normalizzazione delle relazioni con Belgrado e la creazione di una Associazione delle municipalità a maggioranza serba del Kosovo. Sempre venerdì, di fronte al parlamento, un centinaio di simpatizzanti dell’opposizione sono stati dispersi dalla polizia in assetto antisommossa.
Si firma l’Accordo di Stabilizzazione e Associazione tra UE e Kosovo
Nel frattempo, giovedì 22 ottobre il Consiglio UE ha dato l’ok alla firma dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione (ASA) tra UE e Kosovo, che dovrebbe entrare in vigore a fine anno, primo passo per il paese verso l’adesione all’Unione europea. Secondo il rappresentante UE a Pristina, lo sloveno Samuel Žbogar, l’accordo permetterà “di affermare il posto del Kosovo nella politica UE verso i Balcani occidentali”. Con l’accordo ASA, il Kosovo – ultimo stato della regione che ancora non aveva relazioni contrattuali con Bruxelles – entrerà pienamente a far parte del processo di Stabilizzazione e Associazione.
L’accordo ASA con il Kosovo, il primo firmato dall’UE a seguito dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona nel 2009 che unifica la personalità internazionale delle vecchie CEE ed UE, non avrà bisogno di essere ratificato anche dai 28 stati membri, evitando così la trappola dai 5 paesi UE che ancora non riconoscono il Kosovo.
L’accordo d’associazione permetterà anche la liberalizzazione degli scambi commerciali tra Pristina e il blocco dei 28. Il Kosovo potrà esportare senza dazi verso l’UE i suoi prodotti agricoli e industriali (zucchero e carne in testa), mentre potrà comunque proteggersi per un decennio verso le importazioni – ma i prodotti europei dovrebbero comunque costare presto fino al 10% in meno. Ciò dovrebbe anche aiutare il piccolo paese balcanico ad attrarre investimenti esteri.
I negoziati per l’accordo d’associazione e stabilizzazione tra UE e Kosovo sono partiti nell’ottobre del 2013, dopo che uno studio aveva confermato la loro fattibilità giuridica, e dopo che la Commissione si era detta soddisfatta del primo accordo di Bruxelles sulla normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina. La piena attuazione dell’accordo d’associazione sarà ora il metro di valutazione per una futura domanda d’adesione all’Unione. Nel frattempo, Pristina punta ad ottenere la tanto sperata liberalizzazione del regime dei visti. Il Kosovo, di nuovo, è l’ultimo stato dei Balcani – con un ritardo di cinque anni su tutti gli altri – i cui cittadini devono ancora ottenere un visto per recarsi nei paesi UE.
Foto: DPA/Prenaj