Il Campionato Europeo di pallavolo maschile che si sta svolgendo in questi periodo ha come sede – oltre all’Italia con Torino e Busto Arsizio – una nazione di grande importanza nel panorama del volley internazionale: la Bulgaria. La competizione, soprattutto a causa della finale con sede a Sofia, potrebbe essere il riscatto di una nazionale che pur essendo sempre tra le più forti e talentuose non è mai riuscita a vincere una medaglia d’oro. La pallavolo in Bulgaria ha una tradizione quasi centenaria e si è sviluppata ben prima della creazione di un campionato nazionale (nel 1942 quello femminile e nel 1944 quello maschile), proprio grazie ai tornei che dagli anni ’20 si svolgevano annualmente tra le rappresentative dei quartieri della capitale.
La nazionale è tra le primissime a prendere parte alle competizioni internazionali – non qualificata ai primi Europei nel 1948, ospitò la seconda edizione svoltasi nel 1950 – anche se come le altre compagini si trova costantemente a fare da spettatrice alle vittorie dell’URSS, con undici titoli ancora oggi la nazionale più vincente in ambito continentale. Nel 1949 arriva la prima medaglia al termine del Mondiale del 1949 in Cecoslovacchia, mentre nell’edizione casalinga degli Europei sfuma la seconda medaglia proprio contro la Cecoslovacchia dopo una sconfitta al tie-break. All’Europeo 1951 e al Mondiale 1952 arrivano rispettivamente un argento e un bronzo: nel primo caso la medaglia d’oro sfuma a causa della solita Unione Sovietica (vincitrice con un secco 3-0), mentre nel secondo è ancora una volta la Cecoslovacchia a negare ai bulgari il secondo posto, ancora una volta al tie-break, inaugurando una delle più sentite rivalità dei primordi della pallavolo internazionale.
Arrivano poi diciotto anni di vacche magre: bisogna aspettare i Mondiali casalinghi del 1970 per riconquistare una medaglia, nemmeno stavolta del metallo più nobile, ma pur sempre un argento. Nel mentre, però, la pallavolo è finalmente diventata sport olimpico, con la rete a mezz’aria a fare il suo esordio nel 1964 in occasione delle Olimpiadi di Tokyo. Ѐ nel torneo dei cinque cerchi, a dieci anni dall’argento casalingo, che si realizza la più grande impresa sportiva dei pallavolisti bulgari: l’argento olimpico, conquistato cadendo in finale contro l’imbattibile URSS padrona di casa, visto che si parla di Mosca 1980, la famosa Olimpiade del boicottaggio USA. A oggi quell’argento rimane l’unica medaglia olimpica vinta dalla Bulgaria nel volley. Rimarrà indimenticabile perché, nonostante il risulta finale dica 3-1, i sovietici tremarono. Se infatti andiamo a spulciare i referti di gara possiamo vedere come il risultato totale ai punti sia stato 59-47 e, fatta eccezione per il primo quarto, i campioni non riuscirono a staccare in maniera netta gli avversari a differenza di quanto successo durante i gironi eliminatori, in cui mai ci fu una vera e propria gara.
L’impresa non sarebbe stata possibile senza il talento strepitoso di un giocatore chiamato Yordan Angelov, purtroppo scomparso nel maggio del 2013. Il suo ricordo sembra destinato ad affidarsi alla leggenda, ma tra le memorie più terrene c’è quella di Elena Chahanova, corrispondente dall’Italia della Radio Nazionale Bulgara: «Giocatore elegante e con raffinatissima tecnica in tutti i fondamentali, con una espressione carismatica di leader fuori e dentro il campo, Yordan Angelov è stato capitano del Levski Sofia campione della Bulgaria 1980 e capitano della nazionale che ha vinto la medaglia di bronzo agli europei di Varna nel 1981. Con la nazionale della Bulgaria, lui è stato protagonista anche negli Europei di Belgrado 1975, Helsinki 1977 e Parigi 1979, cosi come nei mondiali di Roma 1978 e in Brasile 1982. Persona molto generosa e molto corretta. Gli piaceva tanto la natura, andare a caccia nella montagna di Strandzha oppure si divertiva a pescare nel Mar Nero». A lui si rifanno coloro che vogliono mantenere accesa la fiamma della pallavolo in Bulgaria, come i giocatori attualmente impegnati nell’Europeo, memori dei successi non all’altezza della grande generazione che stupì a Mosca.
Gli eredi odierni di Angelov sono il capitano Vladimir Nikolov, Georgi Bratev, Nikolay Penchev e tutti i giocatori impegnati nel Campionato Europeo. La Bulgaria è già qualificata per i quarti di finale e aspetta la vincente tra Germania e Belgio. A testa alta e con lo stesso spirito degli irripetibili del 1980, perché l’obiettivo è vincere quel titolo che ai bulgari sembra spettare di diritto.
Foto: Biser Todorov