Il calcio è bello perché emoziona anche fuori dal campo. L’allenatore Gianni De Biasi, 59 anni, soprannominato in albanese Gani Abazi, ha scritto la storia del calcio di un piccolo paese, portando l’Albania direttamente agli Europei in Francia senza passare per i play-off. La squadra del CT italo-albanese (è divenuto cittadino onorario in marzo per meriti sportivi) ha vinto 3-0 in Armenia prendendosi così il secondo posto ai danni della Danimarca e centrando una qualificazione mai raggiunta nella storia. Partita decisa dall’autogol di Hovhannisyan al 9′, e dalle reti di Berat Xhimshiti al 23′ e Armand Sadiku al 76′.
È la prima volta che la squadra Kuq e Zi (rossonera) si qualifica alla fase finale di un Europeo o di un Mondiale. Il merito più grande del tecnico De Biasi è di avere formato una squadra di giovani talenti scovati nelle realtà della diaspora albanese in Europa, e di aver offerto loro il sogno di una grande competizione internazionale. «Tre anni e mezzo fa c’erano pochi giocatori e io ho detto loro che se avessero seguito le mie richieste e se avessimo creduto nelle nostre possibilità, avremmo ottenuto un successo importante», ha detto De Biasi a fine gara.
«È un sogno che diventa realtà» ha affermato poco dopo la partita Lorik Cana, il capitano della squadra albanese, dopo la vittoria a Erevan, aggiungendo: «Quando siamo uniti possiamo farcela». Una frase che acquista un significato più profondo se si pensa che molti dei giocatori scovati da De Biasi sono nati fuori dai confini ufficiali dell’Albania. L’autore del secondo gol, il difensore Berat Xhimshiti, è nato a Zurigo da una famiglia originaria di un villaggio serbo nella valle di Preševo. Il giovane difensore Naser Aliji è nato nella città di Kumanovo, a 40 chilometri da Skopje, in Macedonia. Lo stesso capitano della nazionale Lorik Cana è nato a Gjakova, in Kosovo.
Ecco perché la vittoria non è stata festeggiata solo a Tirana, ma anche in Kosovo, Macedonia, Serbia e Montenegro. Il centro di Pristina, dove era stato istallato un mega-schermo per seguire la diretta tv dell’incontro da Erevan, è stato subito invaso da centinaia di persone con bandiere dell’Albania e fuochi di artificio. Oltre la metà della nazionale albanese è composta da calciatori di origine kosovara. Un fattore che spiega molto bene le vicende relative alle due partite con la Serbia: non solo calcio, ma anche storia recente.
Il presidente della Repubblica albanese Bujar Nishani ha annunciato ieri sera di aver concesso la medaglia “Onore della Nazione” alla nazionale di calcio. Il presidente ha precisato di aver preso questa decisione come «riconoscimento per lo storico risultato della qualificazione alla fase finale degli Europei di Francia 2016, e per aver portato in alto l’immagine dell’Albania e degli albanesi nel mondo, rendendoci più che mai fieri ed uniti», come si legge nella motivazione dell’onorificenza concessa da Nishani.
Foto: Federata Shqiptare e Futbollit