Ritorna la deflazione in Lettonia e negli altri paesi baltici

Fa la sua ricomparsa la deflazione in Lettonia. Non non si vedeva nel paese baltico dallo scorso febbraio, dopo che negli anni scorsi era stata una costante nei dati macroeconomici lettoni (eredità della crisi economica). Ma in questo caso, sostengono gli economisti, non si tratta di un dato negativo, sintomo di scarsa domanda interna, ma di un calo dei prezzi principalmente delle merci di importazione.

Come sempre il ruolo più importante in questo caso lo svolgono i carburanti. La discesa del prezzo della benzina in Lettonia in questi ultimi mesi, rispetto ai prezzi di un anno fa, è stato secondo gli analisti l’elemento principale per spiegare la deflazione di settembre.

I dati parlano di una diminuzione complessiva dei prezzi a settembre 2015 rispetto ad un anno fa dello 0,5%. I prezzi delle merci sono scesi dell’1,7%, mentre sono saliti i prezzi dei servizi, del 2,5%. I prezzi al consumo sono invece aumentati dello 0,3%.

Un fenomeno analogo si registra anche negli altri paesi baltici. In Estonia la deflazione a settembre si è attesta all’1%, mentre in Lituania è arrivata allo 0,7%.

Gli economisti si aspettano che la deflazione, guidata dai prezzi della benzina, continui ancora il mese prossimo. Poi a fine anno ci si attende un rialzo dell’inflazione, considerato che alla fine del 2014 si è registrato un forte calo del prezzo della benzina.

La “deflazione buona” in Lettonia è spiegata dagli analisti col fatto che la diminuzione del prezzo della benzina e dei principali beni di importazione, consente una serie di risparmi anche per le famiglie, a cominciare dal riscaldamento, che nei mesi autunnali e invernali è una delle voci più pesanti nell’economia familiare lettone. Questi risparmi consentono alle famiglie di avere a disposizione più risorse da investire nei consumi e negli acquisti, cosa che può favorire l’economia interna del paese.

Un dato sorprendente è quello del calo del prezzo degli affitti, che a settembre è stato dello 0,4% inferiore rispetto all’anno precedente. Questo dato, secondo Pēteris Strautiņš di DNB Banka, si può forse spiegare partendo da lontano. Dopo il crollo dell’Urss, in Lettonia si è registrato un forte calo delle nascite. Per questo oggi in Lettonia ci sono meno venticinquenni, trentenni, rispetto al passato, in cerca di casa per mettere su famiglia. Così la richiesta scende, e con essa pure i prezzi degli affitti. Questo fenomeno potrebbe portare, sostengono gli analisti, a favorire anche il rientro di una quota di emigrazione lettone che in questi anni aveva lasciato il paese. Gli affitti meno cari e salari in leggero aumento, sono fra gli elementi economici che possono spingere i lettoni emigrati a rientrare in patria.

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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Un commento

  1. Davide, buongiorno con la maggior quota di pensioni di € 250,00 e stipendi da € 300,00 ad € 600,00, con ticket ospedalieri di € 20/g come è possibile una inversione di tendenza della popolazione lettone passata da 2.900.000 a 2.000.000 scarsi dal 1991 al 2015?

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