Nonostante la Repubblica Ceca non si trovi sulla via di transito principale dei migranti diretti verso la Germania, le misure di sicurezza unilaterali adottate da paesi come l’Ungheria, l’Austria e la Germania nelle ultime settimane hanno portato il governo ceco a prepararsi per una eventuale reintroduzione dei controlli alle frontiere.
Un progetto di legge sulla protezione delle frontiere dello Stato approvato dal governo mercoledì 30 settembre darebbe al Ministero dell’Interno il diritto di imporre controlli alle frontiere in alcuni luoghi selezionati o persino su tutta la lunghezza dei confini del paese. In una situazione di emergenza – come una nuova ondata di arrivi – il ministero può variare l’entità e l’intensità delle misure adottate; potrebbe persino imporre il divieto di attraversare la frontiera, riportandola alla condizione precedente all’adesione a Schengen, e stabilire la presenza di alcuni valichi legali temporanei.
Per questo esercito e polizia sono stati impegnati in esercitazioni congiunte lungo il confine ceco-austriaco al fine di prepararsi ad una tale situazione. Il ministro dell’Interno Milan Chovanec ha detto che il paese deve essere pronto a rispondere rapidamente. “L’Austria ha dichiarato che in qualsiasi momento nei prossimi giorni può chiudere le frontiere e la Repubblica Ceca deve essere pronta a un tale scenario. Non permetteremo che il paese diventi un corridoio di transito per di decine di migliaia di migranti ” ha dichiarato Chovanec.
Cinquecento poliziotti e trecento soldati hanno piantonato il confine, gli incroci ferroviari e tutti gli attraversamenti pedonali lungo il confine ceco-austriaco, effettuando controlli di veicoli e pedoni. Il ministro dell’Interno Chovanec si è detto soddisfatto dei risultati, pur ribadendo che lo scopo delle esercitazioni è di rendere operativa in loco l’operazione – per la quale poliziotti e soldati devono spostarsi dalle loro basi – in meno di cinque ore. Nel frattempo il premier Sobotka twittava l’intenzione di collaborare militarmente anche alla protezione dei confini ungheresi qualora necessario.
Contestualmente a queste prove tecniche la Camera dei deputati ceca ha respinto l’idea di un meccanismo permanente di ricollocazione dei rifugiati tra gli Stati membri dell’UE e la riammissione dei migranti senza diritto di asilo, nonostante Sobotka abbia ribadito la sua volontà di rispettare la decisione UE pur non condividendola. “Non faremo come la Slovacchia, che vuole sfidare la Corte di Giustizia europea” – ha aggiunto Sobotka – “la Repubblica Ceca non può screditarsi”.